È stata fissata la data riguardante la cancellazione definitiva del Reddito di Cittadinanza: tutto ciò che c’è da sapere
Il Governo Meloni in questi giorni è continuamente al lavoro per definire e far approvare la bozza della Legge di Bilancio 2023. Tra i vari provvedimenti e modifiche, alcune sostanziali riguardano il Reddito di Cittadinanza. Non è un mistero che le forze di destra ora al comando vogliano limitarne l’uso nell’immediato e, nel medio-lungo termine, dirgli addio.
A tal proposito, a margine di un evento a Palermo, ha parlato il presidente M5S Giuseppe Conte. “Le notizie che arrivano sono sempre più negative. Il Governo valuta di recuperare ulteriori risorse togliendole ai poveri, anticipando i tagli. Non si rendono conto che il Reddito di Cittadinanza è fondamentale anche per quella che è la coesione sociale”.
Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, in base a quel che trapela dalla Legge di Bilancio, la quale è in via di definizione dal Governo, il reddito di cittadinanza nel 2023 durerà soltanto per otto mesi. Questo provvedimento, che riguarderà i cosiddetti occupabili, permetterà allo Stato di risparmiare circa 734 milioni di euro. Nel 2024, invece, il reddito verrà abolito e sostituito con un nuovo sussidio per i meno abbienti. L’idea della Meloni, per l’appunto, è quella di destinare aiuti con misure ben più mirate.
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Un’altra novità, intanto, è che tra gli emendamenti alla manovra che sono in valutazione in Parlamento, c’è uno che potrebbe ridurre sensibilmente e ulteriormente ridurre il numero dei beneficiari da gennaio 2023. In pratica, su proposta da parte del ministro dell’Istruzione Valditara, il reddito di cittadinanza andrebbe tolto alle famiglie dove ci sono figli giovani che non hanno terminato la scuola dell’obbligo e che si rifiutano di tornarci. Secondo fonti interne al Governo, pare che questo emendamento abbia forti possibilità di essere approvato. Le statistiche parlano di ulteriori 140.000 famiglie a cui, in tal caso, verrebbe tolto il sussidio oltre alle 404.000 che lo perderanno dopo l’ottava mensilità (quindi da settembre, ndr).