Quando si entra nell’ambito della pensione, non sono certo poche le domande che molti si pongono: in particolare, diminuisce con gli anni?
Non è certo un mistero che proprio l’ambito della pensione sia uno di quelli su cui ci soffermiamo più spesso e con una maggiore frequenza. In particolare oggi abbiamo deciso di trattare una tematica molto delicata ma che, allo stesso tempo, spesso mette in dubbio moltissimi di noi.
Ovvero la possibilità di andare incontro a una variazione del proprio assegno percepito ogni mese e, soprattutto, secondo quali criteri: cerchiamo, quindi, di scoprirne di più insieme. Ecco perché, nel corso degli anni, potremmo notare un cambiamento nelle somme per noi stabilite ogni mese all’interno della nostra pensione.
Assegno, diminuisce la pensione nel corso degli anni?
Ebbene sì, dunque: l’assegno e anche l’importo della pensione può subire una variazione nel tempo. Nel corso degli anni, quindi, possiamo andare incontro a dei cambiamenti per quanto riguarda le somme che ci vengono versate ogni mese dall’INPS: ma da cosa dipende questa variazione e soprattutto di che tipologia è? Per scoprirlo e, soprattutto, saperne di più, non dovete fare altro che continuare a leggere insieme a noi.
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La prima cosa da specificare è che, a differenza ad esempio di altri redditi, per quanto riguarda quello della pensione, vi è un calcolo preciso e soprattutto ben definito per arrivare al somma che deve essere versata ogni mese a ogni singolo soggetto. Non per questo, però, si esclude la possibilità di rendere più soggettiva e dunque più personale questo assegno: alcuni fattori, infatti, che possono andare a differenziare questo dato sono ad esempio i costi della vita o ancora la presenza o meno di improvvise inflazioni – come, ad esempio, sta accadendo proprio in questi ultimi mesi.
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E’ proprio per questo motivo che, nel corso degli anni, si può parlare di una perequazione: vale a dire un’operazione di verifica nell’assegno di pensione che può essere di tre tipologie. Questa verifica può essere positiva, vale a dire si è rivelata superiore a quella previsionale e dunque comporta un aggiunta nella somma percepita. Nulla, in questo non ci saranno modifiche, o ancora negativa: ovvero la verifica si rivela essere inferiore e per tanto verrà sottratto qualcosa dall’importo. In ogni caso, si può di certo affermare che da una ventina d’anni, è in vigore un meccanismo quasi generico: ovvero un’indicizzazione piena per coloro che percepiscono assegni più bassi, e una rivalutazione parziale (dunque che spesso va a sottrarre) per chi invece possiede importi superiori.