La nuova Legge di Bilancio mette a punto delle novità anche per quanto riguarda Opzione Donna: ecco tutte le novità
Sono settimane di attesa per tutti i pensionati italiani che aspettano di sapere quale sarà il loro futuro nel 2023. La nuova Legge di Bilancio messa a punto dal governo Meloni dovrà essere approvata da Camera e Senato entro il 31 dicembre 2022 e, tra i tanti emendamenti, c’è quello che riguarda proprio la Riforma Pensioni.
La Riforma Pensioni è molto attesa dal momento che, nel caso in cui non venisse approvata, allora si rischia di tornare alla Legge Fornero e al pensionamento a 67 anni di età con 40 anni di contributi. In questi giorni il governo Meloni sta modificando più volte la manovra e ci sono anche correzioni che riguardano proprio il capitolo previdenziale, tra cui anche Opzione Donna.
Per quanto riguarda Opzione Donna, al momento non ci sono cambiamenti nella Legge di Bilancio. Questo significa che nel 2023 le donne potranno andare in pensione anticipata a 60 anni; l’età pensionistica può essere ridotta di un anno per ogni figlio e nel limite massimo di 2 anni ma solo se si è caregiver, invalide almeno al 74%, licenziate o dipendenti da aziende con tavolo di crisi.
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Ad essere invece modificate dalla Legge di Bilancio sono le pensioni minime che cresceranno ma solo per il 2023. Al momento è previsto un innalzamento a 600 euro ma solo per i pensionati che hanno più di 75 anni e solo per il prossimo anno. I vari incrementi non saranno accreditati sul cedolino di gennaio ma pagati come conguagli tra marzo ed aprile.
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Infine, sempre per quanto riguarda il tema pensioni, ricordiamo che la Legge di Bilancio prevede la rivalutazione automatica delle pensioni tra il 2023 ed il 2024. Questa rivalutazione è dovuta all’inflazione: ci sarà una rivalutazione dell’85% per gli assegni compresi tra 4 e 5 volte il minimo, ovvero per le pensioni comprese 2000 e 25000 euro.
Per quanto riguarda invece le pensioni più alte gli scaglioni saranno rivisti al ribasso: dal 55% al 53% per quelle tra 5 a 6 volte il minimo; da 50% a 47% tra 6 e 8 volte il minimo; da 40% a 37% da 8 a 10 volte il minimo e da 35% a 32% negli assegni oltre 10 volte il minimo. Invariata la piena rivalutazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo.