Sono previsti importanti novità nel mondo delle pensioni per il 2023, tra cifre e aumenti di coefficienti
Dal 1 gennaio del 2023, ci saranno con il passaggio di un decreto direttoriale, dei coefficienti più alti per quanto riguarda le cifre generali delle pensioni che i beneficiari andranno a riscuotere. Questa revisione biennale è legata al montante contributivo in assegno pensionistico.
Questo nuovo aggiornamento delle cifre pensionistiche, però, riguarderà solamente le pensioni INPS, non le casse professionali. Le pensioni liquidate tra il 2023 e il 2024, saranno la parte contributiva più sostanziosa a parità però di versamenti pagati rispetto a quelli del biennio precedente.
Pensioni più alte nel 2023
Cosa accadrà per il versamento dell’assegno pensionistico nel nuovo biennio 2023-24? Tutto sembra legato, al calo della speranza di vita, dovuta dopo i due anni di pandemia del virus covid-19, che purtroppo in Italia ha portato tante perdite. Quindi, ci saranno questi aumenti di coefficienti di circa il 2-3%, rispetto agli anni 2020 e 2021.
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I parametri, sono fissati in relazione all’età in cui si decide di andare in pensione. Ad esempio a 67 anni il coefficiente per il biennio 2023-24 sarà 5,723 a fronte del 5,575 del biennio 2021-2022, con un aumento del 2,65%, più alto anche del triennio 2016-18 (5,700).
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Altro esempio da tenere sotto controllo, è il coefficiente sarà pari a 4,270 per chi esce a 57 anni (era 4,186 nel 2021-2022) e a 6,655 per chi esce a 71 anni (era a 6,466 nel biennio 2021-2022). Con 62 anni il coefficiente passa da 4,770 a 4,882 con un aumento del 2,35%.
Quindi più alta sarà l’età del lavoratore, maggiori saranno i coefficienti di trasformazione. Il calcolo avviene attraverso un preciso meccanismo di calcolo e di come vengono utilizzati i numeretti indicati, vale la pena aggiungere che, conoscendo dunque l’ammontare dei contributi versati, l’età e i coefficienti, il gioco per il calcolo della pensione è subito fatto.
L’importo della pensione e come si vuol definirla quota contributiva si ottiene moltiplicando il montante contributivo individuale (la somma dei contributi) per il coefficiente di trasformazione relativo alla età al momento della decorrenza della rendita stessa.
Questi coefficienti sono utilizzati per determinare la quota contributiva della pensione che, in linea generale riguarda chi ha almeno 18 anni di contributi versati al 1995, mentre per chi ha iniziato a versare i contributi dal 1996 o aveva meno 18 anni di contributi al 1995 la quota contributiva parte dal 1996.
Poiché in passato la speranza di vita s’era sempre allungata, ora il procedimenti avviene al contrario.