Versare l’Imu in ritardo pagando con sanzione ridotta, è possibile grazie al ravvedimento operoso: cosa bisogna sapere
Lo scorso 16 dicembre sono scaduti i termini per il pagamento dell’Imu, l’imposta patrimoniale, ma coloro che non hanno versato la seconda rata entro la scadenza prestabilita, possono ancora porre rimedio. Questo è possibile grazie al ravvedimento operoso, anche se bisogna fare attenzione a calcolare precisamente la somma aggiuntiva dovuta. Il ravvedimento operoso è un istituto giuridico che va a ripristinare la legalità precedentemente violata nell’ambito del diritto amministrativo tributario. Esso si può applicare anche su bollo auto e TARI.
Intanto, è bene aprire una parentesi riguardo la Legge di Bilancio 2023. In essa infatti viene confermata l’esenzione dal pagamento dell’imposta municipale qualora l’immobile non sia utilizzabile. Il Governo ha pertanto deciso di stanziare un apposito fondo da 62 milioni di euro per far fronte a questa misura. L’esenzione non è però automatica e il proprietario dell’immobile deve inviare una comunicazione telematica presso il comune dove lo stesso è ubicato. La procedura, spiegata, sarà presente nella Gazzetta Ufficiale non appena la Manovra verrà ufficializzata.
Pagare una tassa spontaneamente dopo la sua scadenza implica la possibilità di applicazione del ravvedimento operoso, anche se la cifra della sanzione varia in base alla tempistica del versamento. Di seguito tutti i tipi di ravvedimento nel dettaglio:
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Il ravvedimento operoso non potrà essere applicato se si supera la scadenza del ravvedimento lungo. In tal caso la multa sarà del 30% più gli interessi legali. Ad ogni modo, per pagare le tasse oltre la scadenza in maniera spontanea, bisogna utilizzare il modello F24.