In un determinato caso si può andare in pensione pur con soli 22 anni di contributi: ecco quando
Con l’approvazione, prossima, della Legge di Bilancio da parte del Governo Meloni in vista del 2023, scatterà quota 103. Quest’ultima consente a chi ha 62 anni di età e 41 anni di contributi di andare in pensione. Altre due misure saranno la proroga dell’APE sociale e dell’Opzione Donna, per le quali serviranno rispettivamente 36 e 35 anni di contributi. C’è un altro caso in cui, però, si può diventare pensionati con soli 22 anni di contributi.
Chiunque abbia iniziato a lavorare e versare contributi dopo il 2000, potrebbe andare in pensione l’anno prossimo. Esistono, infatti, misure che consentono carriere corte anche se hanno diversi paletti. In primis, c’è la pensione di vecchiaia ordinaria che scatta ai 20 anni di contributi e 67 di età.
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Coloro che hanno iniziato a lavorare nel 2001 e hanno quindi 22 anni di contributi, devono raggiungere un assegno tra i 750 ed i 780 euro mensili nel 2023. La pensione di vecchiaia per chi non ha versamenti da prima del 1996 scatta se l’importo della pensione è 1.5 volte superiore all’assegno sociale (468,28 euro nel 2022). Nel 2023 potrebbe, se confermata l’attuale previsione sul tasso di inflazione, salire a 510 euro.
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Un’altra soluzione per molti può essere la pensione anticipata contributiva che scatta ai 64 anni di età e un minimo di 20 di contributi. La pensione in tal caso dev’essere però 2.8 volte superiore all’assegno sociale.