Come da indicazioni dell’INPS, questi sono i soggetti che possono accedere al trattamento pensionistico più basso. Quali sono
Con la fine del mese di dicembre, si chiude altresì una recente stagione di cambiamenti dal punto di vista fiscale e previdenziale che ha particolarmente acceso l’ultimo trimestre 2022. In particolare, sono i pensionati INPS ad aver ricevuto numerosi e diversificati supporti economici, dando la possibilità ai cedolini più bassi di integrare le voragini finanziarie prodotte dai rincari delle bollette.
D’altronde, anche la stessa misura di bilancio, recentemente presentata dal premier Giorgia Meloni, ha fissato provvedimenti nei confronti degli anziani contribuenti più in difficoltà, affiancati ai nuclei familiari meno autosufficienti. Dunque, per gli insolventi delle fatture energetiche troppo alte sta arrivando una proroga di sei mesi sul distacco delle utenze, mentre viene innalzato il tetto reddituale ISEE per richiedere i cosiddetti “bonus bollette”, con particolari vantaggi per le famiglie numerose.
Pensione minima, chi saranno i percettori dal prossimo anno?
La data del 1° gennaio 2023 è importante sono molti punti di vista, non soltanto per il rinnovo dei bonus o di altri supporti economici. A parte lo stravolgimento del Reddito di Cittadinanza da un lato, e il rinnovo dell’Assegno Unico e universale alle famiglie dei lavoratori dipendenti, le novità più significative – tra l’altro, molto attese – giungono sul fronte – appunto – delle pensioni INPS.
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Al 31 dicembre 2022, scadrà infatti la misura “provvisoria” della Quota 102, lasciando definitivamente il posto alla nuova Quota 103 – 62 anni di età più 41 anni di contributi versati – con il compito di tener lontano l’orizzonte del ripristino dei requisiti pensionistici dettati dalla Legge Fornero. Anche se il Parlamento Europeo si è espresso negativamente sul nuovo sistema pensionistico, la Quota 103 sta andando speditamente verso la legge di bilancio.
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A monte rimarrà invariata la pensione di vecchiaia, con i suoi 67 anni anagrafici e il versamento di almeno 20 anni di contributi. Niente più premialità verso i lavoratori che, in possesso dei requisiti, rinuncino al congedo per proseguire le loro mansioni; ma d’altro canto poco cambia sul fronte – forse – di maggiore interesse, ossia le pensioni minime. Non è passato il recente emendamento che voleva l’innalzamento a cinque volte la soglia di rivalutazione al 100 per cento legata all’inflazione; al contempo, l’aumento a 600 euro mensili delle minime spetterà soltanto agli over 75.