Con la fine di questo anno verrà interrotta anche l’erogazione di un importante bonus nei confronti dei redditi più bassi. Cosa succede
La corsa dei regali, in netta accelerazione in questi giorni che dividono sempre meno dal Natale, non è affatto uguale per tutti. L’anno che si sta per concludere è stato un anno difficile e travagliato sia da un punto di vista politico che sotto il profilo delle singole vite; la crisi energetica – la calamità principale – ha colpito segnatamente le fasce economicamente più deboli tra le famiglie e i pensionati.
Poco dopo l’insediamento, il governo Meloni ha posto immediatamente nell’agenda delle misure di soccorso che tutelassero proprio i cittadini alle prese con le scarse disponibilità finanziarie decimate dai rincari delle utenze elettriche, quanto dall’inverno alle porte. Pertanto, nella prossima legge di bilancio entreranno provvedimenti quali la proroga di sei mesi sul distacco delle utenze, e l’innalzamento del tetto reddituale ISEE per il riconoscimento dei cosiddetti “bonus bollette”.
Stangata percettori RdC, verrà cancellato questo importante bonus
Di certo, oltre alle politiche dei bonus, ai nuclei familiari interessano misure strutturali che possano garantire il sostentamento mediante il lavoro, quindi tramite uno stipendio, in base comunque ad un’adeguata misurazione del tenore di vita; nella sostanza, tenendo conto delle spese (necessarie) sostenute da componenti quali i figli. Con il prossimo anno, si giunge alla seconda annualità per l’erogazione dell’Assegno Unico e universale alle famiglie dei lavoratori dipendenti.
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Tale supporto, che necessita dunque di una domanda di rinnovo da inoltrare entro il 1° marzo 2023, si può cumulare con altri sussidi, quali il fondamentale Reddito di Cittadinanza. Proprio il Reddito è stato oggetto di un radicale rinnovamento che prenderà avvio dal 1° gennaio prossimo; cambierà nettamente la platea dei beneficiari con una inevitabile riduzione. Le modifiche più importunanti hanno riguardato i criteri di accesso e la durata del contributo mensile.
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Dai diciotto mesi rinnovabili, si passa ad otto mesi non rinnovabili, suscettibili di stop anticipato se il lavoratore rifiuta l’unica offerta professionale proposta dal Centro per l’Impiego. Ciò che dovrebbe sopravvivere indenne è invece la Pensione di Cittadinanza, pagamenti continuativi compresi. Dal 2023 però i percettori RdC non riceveranno più un’agevolazione come il bonus affitto. L’imminente cancellazione del contributo affitti di 280 euro per ogni famiglia con redditi bassissimi pone oggi un serio allarme “sfratti” e che il margine per assolvere mensilmente al canone di locazione diventi insostenibile.