Novità negative per i percetori del reddito di cittadinanza, stanno per diminuire le ricariche della carta
Si definiscono in questi giorni i termini della legge di bilancio che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre di quest’anno. Tutte le misure previste dal governo devono fare i conti con la ristrettezza dei fondi a disposizione per gli accantonamenti del caso. Non ultimo il reddito di cittadinanza che è stato al centro del dibattito durante la campagna elettorale.
Infatti le forze di maggioranza hanno confermato i propositi espressi prima delle elezioni di riformare, anzi abolire, il reddito di cittadinanza, per destinare quei fondi ad altre iniziative e prestazioni. Nelle intenzioni il reddito di cittadinanza si dovrebbe trasformare in un sostegno a famiglie con persone fragili o anziani oltre i 60 anni.
Il dettaglio per le ricariche RdC nel prossimo anno
Inizialmente si era parlato di un numero ristretto di mesi per usufruire del sostegno nel corso del 2023, 8 mesi per la precisione. Per i cosiddetti occupabili, dai 18 ai 59 anni, il nuovo anno sarà una fase transitoria nella quale accedere a corsi di aggiornamento professionale e percorsi di reinserimento lavorativo.
Per le altre categorie che godono del beneficio il periodo di copertura durerà fino al 31 dicembre 2023, nel frattempo secondo le intenzioni del governo sarà creata una nuova prestazione esclusivamente per le condizioni di fragilità e povertà estrema. Queste le prime indicazioni, ma è ormai certa una ulteriore stretta sulla misura con una riduzione del periodo transitorio per gli occupabili.
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Infatti la necessità di reperire altre risorse per finanziare interventi sul fronte pensionistico ha spinto l’esecutivo a ridurre a 7 i mesi di erogazione del reddito di cittadinanza per i percettori tra i 18 e i 59 anni. Continuano ad essere esclusi dalla riduzione i nuclei familiari con minori, disabili e anziani over 60, sempre in vista di una riformulazione complessiva della misura entro il prossimo anno.
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Il nuovo compromesso al ribasso colpisce oltre 400 mila famiglie per le quali dovranno essere avviate le procedure per la partecipazione all’aggiornamento professionale e ad attività utili alla collettività. Si ricorda inoltre che dopo il rifiuto di una proposta considerata congrua il redddito sarà revocato. Quindi si conferma la volontà del governo di ridurre e abolire la misura entro l’anno in attesa d nuove prestazioni contro la povertà.