Dal 1° gennaio prossimo, nuovi importi in busta paga per i lavoratori appartenenti a queste fasce di reddito. Cosa cambia
Non manca molto alla fine dell’anno, tantomeno ai festeggiamenti natalizi con tutto ciò che comporta sul piano delle visite di famiglia e dei regali. Per i lavoratori dipendenti, la busta paga della competenza di dicembre è ancora davvero lontana, ma questi sono anche i giorni dei pagamenti relativi alla tredicesima. Una boccata d’ossigeno, insomma, per le numerose e variabili spese da sostenere in questo periodo, specialmente se di mezzo c’è una famiglia a carico.
In queste ultime settimane dell’anno, d’altronde, sono in via di esaurimento i sostegni economici relativi all’annualità in corso e pertanto lo sguardo è ora rivolto all’orizzonte economico del prossimo anno. Saranno immediatamente effettive le decisioni prese dal governo Meloni tramite l’ultima manovra di bilancio, tese a rilanciare i bilanci familiari più deboli e a sostenere le pensioni più esigue.
Nello scorso ottobre, i lavoratori dipendenti – in particolare, quelli del settore pubblico – hanno assistito alla finalizzazione del rinnovo dei contratti nazionali di categoria, favorendo dunque cospicui aumenti e l’approvvigionamento degli arretrati sulle precedenti mensilità. I primi a beneficiare di tale novità sono gli appartenenti al personale della sanità e della scuola. Oltre all’estensione presso gli altri settori (ad esempio, la Pubblica Amministrazione), tali adeguamenti dovranno presto toccare anche il settore privato.
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Grazie all’adeguamento ISTAT anticipato nello scorso ottobre, oggi gli stipendi e le tredicesime hanno ricevuto gli arrotondamenti del caso. Ma l’indice percentuale del 2 per cento sarà succceduto, dal 1° gennaio 2023 dal nuovo incremento dell’8 per cento, seguendo la politica di contrasto della corsa galoppante dell’inflazione a due cifre percentuali.
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La vera novità che tocca significativamente gli stipendi concerne il tanto atteso taglio del cuneo fiscale, misura particolarmente voluta dal nuovo esecutivo. Sono coinvolte tutte quelle buste paga tra i mille e i 1.400 euro lordi mensili, le quali riceveranno un taglio del 3 per cento; ciò si traduce in un aumento delle entrate cash pari a circa 20-30 euro in più ogni mese nei redditi compresi tra i 13mila e 18.400 euro. Un ulteriore guadagno è dato dalla riduzione a tre aliquote IRPEF (23, 27 e 43 per cento), le quali consentiranno di accedere a detrazione fino al al 19 per cento e bonus integrativi.