Cosa succederà tra due anni, per quanto riguarda la pensione di cittadinanza? Verrà confermata? Cosa proporrà il Governo?
Con il nuovo Governo della Meloni, ci saranno per i prossimi anni, a partire subito dal 2023, grosse riforme e novità, dal punto di vista economico per i cittadini italiani. Per quanto riguarda le fatture, il caro-energia ed anche i continui aumenti dei prezzi degli alimenti. Con l’avvicinarsi del Natale, le difficoltà aumentano.
Ci sono sempre di più, nuclei familiari, che senza il reddito e la pensione di cittadinanza, non arrivano facilmente a fine mese. Proprio per questo, anche per sollecitare gli individui a lavorare, il Governo, è pronto a riformare entrambi i sussidi per stimolare i cittadini a trovare un impiego che possa aumentare il proprio reddito familiare.
2024, addio alla pensione di cittadinanza?
Il Governo, presieduto da Giorgia Meloni, attraverso la propria Legge di Bilancio, approvata da poco, porterà, nuove riforme. Tutti, ricordiamo come, il partito Fratelli d’Italia, durante la sua campagna elettorale “minacciava” la cancellazione del reddito e della pensione di cittadinanza, considerati, inutili.
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Anche altri ministri, in questi mesi, hanno messo le basi, per un totale cambiamento di questi indennizzi, volti a far lavorare gli italiani. Si preannuncia, quindi, dal 1 gennaio del 2024, la totale cancellazione della pensione di cittadinanza, considerata dalla Meloni una “semplice paghetta di Stato”.
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Con l’approvazione della Legge di Bilancio, la pensione di cittadinanza, verrà abrogata. Ci sarà, quindi un “periodo di ponte” nel 2023. Ossia, i cittadini “arruolabili” a lavorare ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età riceveranno il questo reddito solo per 8 mensilità anziché le attuali 18 rinnovabili.
Ma quali sono le differenze tra reddito e pensione di cittadinanza? C’è ancora qualcuno che non ha le idee ben chiare: La pensione di cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà rivolta a famiglie composte esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni, che si concretizza in un sostegno economico ad integrazione del reddito familiare.
La pensione di cittadinanza può essere concessa anche nei casi in cui il componente o i componenti del nucleo familiare di età pari o superiore a 67 anni convivano esclusivamente con una o più persone di età inferiore, in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini ISEE.