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Pensioni

Riforma pensioni | UE boccia questa soluzione in Italia

Arriva lo stop da parte del parlamento europeo circa il piano di riforma delle pensioni che dovrebbe partire a breve. Cosa è successo

Sede INPS (Foto Adobe)

Con la progressiva conclusione dell’anno di vedrà l’esaurirsi delle misure fiscali e previdenziali previste per l’anno 2022, in attesa che si apra la nuova campagna INPS dell’anno a venire. Sarà, il 2023, un anno importante, dove prenderanno vita le modifiche di alcuni essenziali supporti, decide nelle ultime settimane. Dalla conversione della manovra alla legge di bilancio, si assisterà innanzitutto ai cambiamenti imposti sul Reddito di Cittadinanza.

I criteri di accesso e di durata del RdC si ridurranno: dai 18 mesi rinnovabili si passerà ad 8 mesi non rinnovabili, suscettibili di revoca anticipata in caso di rifiuto dell’unica proposta professionale da parte del Centro per l’Impiego. La legge di bilancio, al contrario, dovrebbe traghettare – indenne da qualsiasi nuova decisione – la Pensione di Cittadinanza, la quale, al contrario del Reddito, prevede pagamenti continuativi.

Riforma pensioni, cosa succede con la bocciatura europea della Quota 103

Pensione INPS (Foto Adobe)

Dal 1° gennaio 2023 sarà anche – finalmente – l’esordio del nuovo sistema pensionistico che prenderà il posto della Quota 102, in scadenza al 31 dicembre 2022, e che dovrebbe scalzare il rischio del ripristino dei canoni pensionistici della Legge Fornero. Sullo sfondo della irremovibile pensione di vecchiaia, con la sua richiesta del raggiungimento di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati, si stabilirà la cosiddetta Quota 103, che non consta di un anno in più rispetto alla Quota 102, ma prevede 41 anni di contributi versati e 62 anni anagrafici.

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Sono noti i “salti mortali” che gli ultimi governi italiani stanno elaborando – previdenzialmente parlando – per ottenere un buon rapporto tra una discreta fuoriuscita dal lavoro per “svecchiare” le leve dei lavoratori; da un altro lato, però, evitando un’esondazione di uscite che non può permettersi di pagare l’INPS. Mentre l’attuale governo ha desistito sulla possibilità di premiare i lavoratori che rinunciano alla pensione una volta raggiunti i criteri di congedo anticipato, l’Unione Europea si esprime sulla Quota 103 di vicina applicazione.

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In sostanza, il Parlamento Europeo boccia la nuova riforma. La ragione di tale “rifiuto” è sempre la stessa: l’elevata spesa pubblica che comporta sulla previdenza. Si tratta del “classico” freno posto ad ogni esecutivo in procinto di un sistema pensionistico coraggioso. Si teme dunque il ritorno della Legge Fornero. E dati i tempi troppo stressi in vista del Natale, non vi sarà alcuno stop all’Opzione donna, giunta alla proroga ma con le dovute limitazioni. L’uscita anticipata delle lavoratrici verrà regolata infatti in base al numero dei figli a carico.

Pubblicato da
Roberto Alciati