Dal 1° gennaio 2023, queste sono le prospettive decise dal governo in tema dei trattamenti pensionistici più bassi. I particolari
Superato il giro di boa del mese di dicembre, ci si avvia più speditamente verso l’inizio del nuovo anno, ma bisogna prima attendere il passaggio al Natale; sì, perché in fondo rappresenta una sorta di termine, di scadenza sotto vari aspetti. Innanzitutto, quello più profano e faceto: la corsa ai regali. Chi non ha nemmeno iniziato gli acquisti, rischia di andare incontro alla prima mancanza di scelta e dunque verso regali poco attagliati ai riceventi, con il rischio di andare fuori budget.
Ma si sta entrando nell’occhio del ciclone di una stagione commerciale fuori dai canoni, a causa delle particolari circostanze economiche che buona parte delle famiglie italiane si trova a vivere. Le disponibilità finanziarie da destinarsi alla gioia delle feste natalizie rappresentano oggi – in molti casi – la tara di un salvadanaio decimato dai rincari delle bollette energetiche.
L’ultimo trimestre che sta per concludersi, sta vedendo il susseguirsi di diverse iniziative a tutela proprio delle fasce più deboli della popolazione. La stessa manovra di bilancio ultima recentemente presentata dal premier Giorgia Meloni va nella direzione del contrasto all’impoverimento dei nuclei familiari dovuto all’aumento del costo delle utenze e dell’inflazione galoppante.
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Dunque, dal 1° gennaio 2023, entreranno nella legge di bilancio fondamentalmente due filoni di intervento: la proroga di sei mesi sul distacco delle utenze nei confronti dei contesti dove sono rimaste insolute le fatture dell’energia, mantenendo la garanzia di non rimanere al freddo per l’imminente inverno; l’altro, l’innalzamento del tetto ISEE, ad allargamento della platea per il beneficio del “bonus bollette”.
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I pensionati dai bassi redditi sono tutt’oggi sottoposti ai pagamenti del bonus “una tantum” da 150 euro, oltre che dalla recente erogazione della tredicesima INPS. Esso sarà rafforzato dal secondo aumento – in tre mesi – degli importi pensionistici per effetto dell’adeguamento ISTAT: l’incremento sarà pari ad un ulteriore 8 per cento, a fronte del parallelo aggravamento dell’inflazione. Ma tale rivalutazione non avverrà in base all’emendamento recentemente proposto, ovvero tramite l’innalzamento a cinque volte la soglia di rivalutazione al 100 per cento legata all’inflazione. Al contempo, si è deciso per gli over 75 l’aumento delle pensioni minime a 600 euro.