La successione è un procedimento al termine del quale gli eredi potrebbero trovarsi a dover pagare delle spese per il passaggio dei beni
Dopo un evento luttuoso si deve pensare non solo al proprio lato emotivo ed affettivo, ma si incontrano una serie lunghissima di pratiche burocratiche da espletare. Nel caso dei due coniugi, tanto per cominciare, la richiesta della pensione di reversibilità. In assenza di testamento olografo o diretto, stipulato davanti ad un notaio, si deve iniziare il procedimento di successione, che diventa più complicato se ha più di un chiamato all’eredità. La prima cosa da fare è inventariare i beni del defunto, e stilare una lista degli attivi e passivi.
Dopo aver fatto questo i chiamati all’eredità possono anche decidere di rinunciare alla propria eredità, rinunciando a tutti i beni. Solo la pensione di reversibilità può essere lo stesso percepita, anche con la rinuncia all’eredità. La pratica di successione può durare anche anni.
Nel caso in cui il parente defunto, il de cuius, abbia già stabilito in sede testamentaria come suddividere i beni, essi passano direttamente alla persona nominata, a meno che gli altri chiamati all’eredità non decidano di impugnare il testamento. Acquisire dei beni per successione non è però gratis. Esistono delle franchigie e delle aliquote che sono stabilite per legge dall’Agenzia delle Entrate. Nello specifico i beni con alti valori di mercato, o le donazioni con liquidità, sono soggette a pagamento se superano il valore di un milione di euro se rivolte ai figli, o al primo erede in asse diretto. Il pagamento, sulla cifra che eccede i 100 euro, può essere anche richiesto a rate.
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L’Agenzia delle Entrate determina le aliquote e le franchigie nello specifico: