L’Italia è in attesa della nuova Legge di Bilancio 2023 che porterà delle novità importanti anche per quanto riguarda le pensioni
Mancano circa due settimana all’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2023 messa a punto dal governo Meloni. Sono circa 650 gli emendamenti presentati dalle varie forze politiche che dovranno essere approvati o meno entro il 31 dicembre 2022 e, molti di questi, riguardano le pensioni.
Quello delle pensioni è infatti un tema molto caldo dal momento che, nel caso in cui non si raggiunga un accordo, si rischia di dover tornare alla Legge Fornero che prevede il pensionamento a 67 anni di età con 41 anni di contributi. Vediamo allora le varie proposte e scenari per i futuri pensionati nel 2023.
Pensioni: gli scenari se viene cancellata la Legge Fornero
Tra i vari emendamenti presentati c’è quello di Forza Italia che chiede l’innalzamento delle pensioni minime a 600 euro. In particolare la firma sotto l’emendamento è quella di Alessandro Cattaneo che istituisce un fondo da 500 milioni per l’indicizzazione delle pensioni minime e l’innalzamento da 6mila a 8mila euro della decontribuzione per l’assunzione di giovani under36.
Per quanto riguarda invece Fratelli d’Italia, l’emendamento presentato sul tema pensioni riguarda la proroga del lavoro agile per i lavoratori fragili e per i genitori lavoratori che hanno figli minori al di sotto dei 14 anni. Si potrebbe poi andare in pensione anticipata a 62 anni e con 41 anni di contributi: in questo consiste Quota 103.
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Dovrebbero poi aumentare le pensioni minime a 570 euro mentre si conferma la proroga della misura sperimentale dell’Ape sociale. Dovrebbe poi essere prorogata Opzione donna con alcune modifiche che ridurrebbero, però, la platea delle beneficiarie. Il requisito dell’età dovrebbe salire a 60 anni.
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In questo scenario non mancano di certo l’opinione dei sindacati: la Cgil, ad esempio, punta anche alla rivalutazione delle pensioni; risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia; di cancellare la Legge Fornero.
Inoltre la Cgil chiede di introdurre l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.