La modalità di contribuire collettivamente alla giacenza di un conto corrente può far scattare dei costi raggiunta questa giacenza. Ecco quale
Definire l’utilità di un conto corrente è presto detto. Basta osservare i comportamenti nei confronti del proprio denaro in tempi di festività: ed in particolare, sotto l’intenso periodo di Natale, la cui corsa ai regali è giunta attualmente al suo giro di boa. Nelle grandi città, gli ultimi fine settimana che dividono da una delle più importanti feste dell’anno, folle di clienti riempiono i centri commerciali o si riversano nelle grandi arterie dello shopping alla ricerca del regalo perfetto e sufficientemente economico.
La breve ma intensa stagione dei regali si caratterizza per essere l’espressione più eloquente del proprio potere d’acquisto: si spende quanto si può (ma non è detto che si cada nella tentazione di andare oltre le proprie possibilità). Pertanto, non si contano le transazioni di acquisto effettuate con le tessere magnetiche; analogamente, sono divenute tradizionali le file agli sportelli automatici ATM degli istituti di credito per prelevare denaro prima di entrare nei negozi.
Conto cointestato, scatta la tassa con questa giacenza
Un conto corrente non è certamente uno strumento dedicato alla gestione dei risparmi (altri dispositivi sono formulati in tal senso); più che altro si tratta di un crocevia sul quale depositare le proprie entrate come premessa di una gestione più accorta e articolata se si ha poi l’intenzione di cimentarsi in un investimento. Grazie ai supporti fisici quali le carte magnetiche ma non solo (si vedano le app), il conto corrente accompagna l’utente nell’arco delle azioni – economiche – della giornata.
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L’apertura di un conto corrente caratterizza molto spesso le fasi più importanti della propria vita, come ad esempio la costruzione di un nucleo familiare, o segna la stessa indipendenza di una persona che va a vivere autonomamente in una casa tutta sua. A maggior ragione, la convivenza di una coppia richiede l’attivazione di un conto, in particolare di un conto intestato. Di certo, molto più economico che possedere due conti correnti distinti.
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Con un unico conto, i costi di gestione vengono affrontati una sola volta ed entrambi – basta la sottoscrizione della firma disgiunta – possono mantenere un’autonomia di movimentazione nel contesto del deposito delle singole risorse finanziarie su uno strumento collettivo. Tale giacenza, che con la cointestazione non ci mette molto a crescere, deve confrontarsi con l’appuntamento di fine anno: il calcolo della giacenza media. Tale operazione sia bancaria che postale farà sì che se il saldo medio annuo superi 5mila euro scatta il pagamento annuale dell’imposta di bollo, pari a 34,20 euro (100 euro, per le persone giuridiche).