Assegno unico dicembre, perché tardano i pagamenti?

Ecco i motivi che spiegano la lunga attesa per i ratei familiari relativi all’ultima mensilità dell’anno. I particolari

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Assegno Unico e universale (Foto Adobe)

In questo ultimo mese dell’anno, la corsa ai regali si inserisce in un contesto complessivo particolarmente difficile: le bollette dell’energia che insorgono nelle case di molte famiglie con i loro esorbitanti aumenti; e l’inflazione che ancora una volta contribuisce all’incremento generalizzato dei prezzi sui beni di consumo, ma che influisce anche su importantissime scelte di vita, quale la richiesta di un mutuo (e il peso sui tassi d’interesse).

Pertanto, l’erogazione mensile da parte dell’INPS è tutt’altro che un contributo per mettere sotto l’albero qualche regalo tra la notte del 24 e il 25 dicembre. Anzi, la stessa manovra di bilancio ha suggerito delle misure che verranno inserite nell’imminente legge di bilancio con effetto dal 1° gennaio 2023. Tali provvedimenti si concentreranno proprio sul contrasto all’impoverimento delle famiglie causato dal rincaro delle utenze.

Assegno unico dicembre, i pagamenti arriveranno prima di Natale?

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INPS (Foto Adobe)

Tra le misure del governo, si sottolinea l’innalzamento del tetto reddituale ISEE per consentire di allargare la platea per la richiesta dei cosiddetti “bonus bollette”, ma i vantaggi maggiori in termini economici approderanno nelle famiglie numerose. Un’iniziativa come questa verrà finanziata dal razionamento delle risorse economiche statali destinate ad importanti misure di supporto, quali il Reddito di Cittadinanza.

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Dal 1° gennaio prossimo, il Reddito verrà erogato in base alle modifiche apportate nei criteri di accesso e di durata dei pagamenti: si passa dai 18 mesi rinnovabili agli 8 mesi non rinnovabili, suscettibili – inoltre – di revoca in caso di rifiuto dell’unica proposta di lavoro da parte del Centro per l’Impiego. Ma in un contesto difficile come quello di un nucleo che beneficia del RdC continuerà l’effetto dei pagamenti di sussidi quali la NASPI, oppure l’Assegno Unico ed universale.

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Dal 1° marzo 2023, si apre ufficialmente la seconda annualità dell’Assegno Unico ed universale. Ciò significa che dal 1° gennaio prossimo le famiglie dei lavoratori dipendenti che godono dell’assegno per ciascun figlio minorenne o figlio disabile a carico, dovranno inoltrare le domande di rinnovo: per quei nuclei che entro il 2022 registreranno una variazione del reddito annuo tale da variare anche l’aliquota dello scaglione, dovranno allegate alla presentazione un nuovo modello DSU dell’ISEE. Nel frattempo, i pagamenti dell’ultima mensilità del 2022 non sono stati ancora accreditati; si potrebbe parlare di veri e propri ritardi, ma l’INPS ha sempre puntualizzato la diversificazione delle finestre di pagamento a carico di ciascun nucleo percettore. Grossomodo però le scadenze dovrebbero il regolare corso del calendario: dal 16 dicembre, è il turno dei nuovi richiedenti; dal 20 dicembre, si passa ai vecchi richiedenti e ai percettori di RdC. Sperando che le somme arrivino prima di Natale.

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