E’ un vero e proprio tornando quello che si sta abbattendo sul RdC: ecco quali sono i cambiamenti previsti per la scuola
Ormai sembra proprio non esserci pace per i percettori del RdC: il Reddito di Cittadinanza, infatti, in queste ultime settimane è stato al centro di un vero e proprio tornado di rettifiche, cambiamenti e novità. Al punto tale che, ancora oggi, risulta difficile immaginare quale sarà il suo destino e per quanto ancora se ne potrà godere.
D’altronde, sin dalla sua nascita, ha da sempre portato non poco scompiglio e soprattutto accesi dibattiti in qualsiasi parte del paese tra chi fosse d’accordo e chi invece non fosse d’accordo. Per sapere di cosa stiamo parlando nello specifico e cosa sta accadendo tra le schiere del RdC, non dovete fare altro che continuare a leggere insieme a noi.
In particolare, tra gli ultimi cambiamenti che riguardano il RdC, troviamo uno che nello specifico ha a che fare con i percettori al di sotto dei trent’anni. Coloro che, infatti, hanno avuto l’ok per percepire questo assegno mensile, per poter continuare a riceverlo, dovranno tornare a scuola se non ha terminato gli studi. Da 2023, dunque, potrebbe esserci un ritorno sui banchi di moltissimi italiani, pena altrimenti la perdita del sussidio del Reddito di Cittadinanza.
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Ad aver presentato questa proposta, nello specifico, è stata la lega con Giuseppe Valditara, anche Ministro dell’Istruzione, che ha infatti presentato questo emendamento alla Camera dei Deputati. Nonostante ad oggi sembri mancare ancora l’ultimo tassello, ovvero l’ufficialità, tra le tante proposte proprio questa sembra essere la più probabile e soprattutto la più vicina a concretizzarsi.
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Insomma, non c’è dubbio che le sorti del RdC a partire dal nuovo anno cambieranno e neanche poco. Tra i principali obiettivi del nuovo governo, con l’arrivo di Gennaio 2023, c’è infatti quello di ridurre la schiera di coloro che hanno la necessità di percepire questo tetto mensile. E, proprio per questo, si è deciso di puntare adesso proprio sui giovani tra i diciotto e ventinove anni che risultano essere beneficiari senza però aver mai terminato le scuole dell’obbligo. Infine, non passa certo inosservata l’affermazione proprio di Valditara, secondo cui i giovani di oggi preferirebbero la comodità del Reddito di Cittadinanza allo studio sui libri.