Con la nuova manovra saranno introdotte delle novità in tema di assegno unico: quale sarà la procedura nel caso di genitori separati
La legge di bilancio approvata dal governo Meloni ha apportato delle modifiche anche in tema di assegno unico. Nel 2023 aumenterà del 50% per il primo anno di vita del bambino, e di un ulteriore 50% per le famiglie formate da 3 o più figli, fino ai suoi tre anni di vita. Inoltre, un ulteriore maggiorazione è prevista anche per i figli disabili fino a 21 anni.
Come dichiarato anche dalla ministra Roccella l’assegno unico non aiuta abbastanza le famiglie piu numerose. Dunque, è fondamentale rendere il sussidio proporzionale al numero dei figli. Attualmente, il sostegno ha un importo che varia da 175 euro a 50 euro al mese per ogni figlio minorenne. Invece, dai 18 ai 21 anni l’aiuto varia da da 85 euro a 25 euro. La somma spettante è calcolata in base dal’ISEE e all’età dei bambini, sono esclusi i figli disabili in tal caso, infatti, non vi sono limiti di età.
Assegno unico a favore dei genitori divorziati: cosa stabilisce la legge
Nel caso di genitori divorziati l’assegno viene ripartito nella misura del 50% ad ognuno dei genitori. Sempre che non vi sia una sentenza che abbia stabilito che i contributi per i figli vengano attribuiti soltanto ad uno dei due. Nel dettaglio, il tribunale di Bari, recentemente ha sancito che, nell’ipotesi di genitori separati, le prestazioni erogate dall’INPS saranno assegnate al genitore che ha la collocazione dei figli. I giudici a sostegno della loro tesi, hanno richiamato una sentenza della Corte di Cassazione in base alla quale il legislatore ha dato precedenza al coniuge affidatario dei figli.
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Inoltre, ha decretato il diritto di quest’ultimo a percepire gli assegni familiari a prescindere da chi sia titolare del rapporto di lavoro posto alla base dell’erogazione. In tal modo, dunque, il tribunale di Bari ha stabilito che l’assegno familiare spetta a favore del genitore convivente con i figli. Tuttavia, recentemente su questa materia si è espressa pure l’Inps, stabilendo che le regole variano in base al tipo di affidamento. Nel caso di affidamento condiviso, il sostegno sarà attribuita nella misura del 50% a ciascuno ai genitori. Mentre, nell’ipotesi di affidamento esclusivo sarà sempre erogato per intero al genitore a cui i figli sono stati affidati.