In alcune circostanze gli interventi di rifacimento non sono soltanto oltremodo fastidiosi, ma anche illegittimi. Ecco perché
Negli ultimi tre anni, all’incirca dalla fine dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, si è assistito ad un progressivo aumento degli interventi di rifacimento e di adeguamento presso abitazioni ed edifici. La “responsabilità” di questo diffuso tour de force è dovuta all’erogazione dei molteplici bonus edilizi decisi dal governo per far ripartire l’economia nazionale, a cominciare dal settore più trainante: quello edilizio.
Ad aprire il ventaglio delle agevolazioni ci ha pensato la misura principale: il Superbonus 110%. Questo pacchetto di incentivi ha favorito quei lavori, in chiave di sostenibilità ambientale, di revisione dei dispositivi casalinghi per il consumo energetico, così come l’installazione di apparecchiature utili ad una maggiore efficienza nel contesto della dispersione delle risorse. Tutto questo rimborsato dallo Stato con detrazioni, sconti in fattura e cessioni del credito.
Almeno tutte le grandi città hanno visto un diffondersi delle ristrutturazioni dei singoli appartamenti, oppure degli spazi condominiali, a partire dalle facciate. Ma al di là degli incentivi, non è stato raro sia in questo contesto che nel passato comune a molte persone di dover affrontare la spiacevole circostanza di ricevere l’eccessivo disturbo causato dai interventi rumorosi presso un appartamento di un vicino.
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Oltre all’aspetto acustico, che incide particolarmente pensando – ad esempio – a coloro che lavorano in casa, sussiste altresì l’istanza di non aver rispettato alcune norme del regolamento di condominio in tema di quiete pubblica. Vi sono ore della giornata che impongono lo “stop” dei lavori; allo stesso modo, sono calendarizzati anche dei precisi giorni settimanali.
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Come il sabato e la domenica. In questi giorni, non è ammesso alcun recupero di eventuali ritardi sulla tabella di marcia. Il fastidio oltre ogni tollerabilità è inoltre normato dall’articolo 2043 del codice civile, che impone dunque il risarcimento per danni ingiusti; inoltre, i vicini sono legittimati a imporre la sospensione dei rumori quando diventano estremamente fastidiosi. A maggior ragione che gli interventi possano iniziare la mattina, in una fascia oraria eccessivamente presto, o proseguano inopportunamente di notte.