Nel settore pubblico il sistema telematico assegnerà soltanto dopo la festività natalizia la rata integrativa a questi “dipendenti”. Chi sono
In questo ultimo trimestre dell’anno, molte decisioni del governo hanno riguardato fondamentalmente le “entrate” dei cittadini, ciò che serve davvero alla sussistenza e al sostentamento, ovverosia pensioni e stipendi. I provvedimenti che ne sono scaturiti hanno seguito due ordini di ragioni. Il primo – si potrebbe dire – in senso negativo, è individuato nella crisi energetica che con gli esorbitanti aumenti nelle bollette ha colpito pesantemente i bilanci delle famiglie.
In senso più positivo, stato gradualmente approdando nelle buste paga e nei cedolini quei sostegni economici che forse rivelano la veste di quegli adeguamenti sui guadagni sin troppo attesi (da molti e lunghi anni dallo Stato) e che ora non possono essere ulteriormente procrastinati di fronte ad un’inflazione galoppante che dal 2023 raggiungerà le due cifre percentuali.
Certo, non sono i due bonus “una tantum” da 200 e 150 euro ad appianare le problematiche relative alla rivalutazione degli stipendi al tenore di vita, sebbene – invero – presenti tratti straordinari di carattere emergenziale. Tra le ultime iniziative del governo Draghi c’è stata l’adeguamento anticipato degli importi pensionistici sulla base degli indici ISTAT (con un incremento del 2 per cento). E già dal 1° gennaio 2023 avverrà una nuova integrazione con l’ulteriore aumento all’8 per cento.
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Presto, l’adeguamento ISTAT sarà recepito anche nell’ambito del lavoro dipendente, in particolare dal settore privato. Nel settore pubblico, la transizione è già in atto; ma – finalmente – è un altro evento a portare segni migliorativi nelle retribuzioni: il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro. Sono innanzitutto sanità e scuola a beneficiare dei sostanziosi aumenti che si formalizzeranno all’inizio del prossimo anno, seguiti dai contratti delle forze dell’ordine.
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Intanto, in questi giorni è tempo di tredicesime. Le rate integrative sono arrivate ai pensionati e sono in corso i pagamenti nelle imprese private. Soddisfatta anche una buona parte del settore pubblico. Alcuni dipendenti pubblici dovranno però attendere dopo Natale per ricevere le relative somme: sono le Forze Armate, vittime del recente bug nei sistemi informatici NoiPA, predisposti per il calcolo degli emolumenti. Un margine di errore del 7 per cento non ammissibile che prolungherà i ritardi fino al 28 dicembre 2022.