Le odierne difficoltà sui rincari spingono sempre più utenti a richiedere il pagamento dilazionato. Cosa succede se non viene accettato
In questi giorni si sta concludendo la tornata INPS legata alla consegna delle pensioni. Come spesso accade nel mese di dicembre, non mancano le novità presenti direttamente sui ratei; e quello in corso non fa eccezione. Anche con l’ultimo pagamento dell’anno l’INPS sta versando i bonus residui da 200 e 150 euro, mentre vanno consolidandosi gli aumenti dovuti all’adeguamento degli indici ISTAT (al 2 per cento), già vicini alla seconda rivalutazione di inizio anno pari all’8 per cento.
I percettori del trattamento pensionistico e le famiglie restano le realtà rappresentanti le enormi difficoltà ad affrontare i rincari sulle bollette causati dalla crisi energetica. Tali criticità hanno fatto maturare in Italia un fenomeno di progressivo impoverimento, sospinto dalla galoppante inflazione e dall’incremento generalizzato dei prezzi al consumo. La recente manovra di bilancio ha posto l’accento proprio al contrasto verso tale deriva.
Rateizzazione bollette, solo in un caso il gestore non può rifiutarsi
Con la conferma della conversione nella prossima legge di bilancio, dal 1° gennaio 2023 saranno attivati due filoni di intervento, ovvero: la proroga di sei mesi sul distacco delle utenze domestiche, verso coloro che non ce l’hanno fatta a saldare le fatture dell’energia; l’innalzamento della tetto reddituale ISEE per l’accesso ai “bonus bollette” (rispetto alla soglia definita dal governo Draghi), con particolari vantaggi per le “famiglie numerose”.
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In effetti, per tamponare le voragini finanziarie nei bilanci familiari, questi ultimi sostegni formulati con lo specifico e dedicato intento di affrontare la speculazione intorno agli importi dei consumi, si affiancano ai succitati bonus da 200 euro (verso la totale copertura delle erogazioni) e i bonus 150 euro, per i tetti di reddito più bassi (fino a 20mila euro all’anno). Nell’ambito dei lavoratori del settore privato, le aziende sono autorizzate a offrire “fringe benefit” dedicati al pagamento delle bollette, fino a 600 euro una tantum.
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Gli utenti delle forniture, in particolare quelli che sono impediti per ragioni economiche a pagare le bollette entro la scadenza, cercano innanzitutto un compromesso con l’azienda che eroga la fornitura: ovverosia la rateizzazione dell’importo in fattura. Dopo tutto, tale modalità è pienamente consentita dall’autorità garante ARERA. Le aziende però, forti della loro natura privata, sostengono di poter legittimamente aggirare le disposizioni dell’ARERA nonostante il prezzo bloccato dell’energia. Nel mercato libero, il gestore non è obbligatoriamente chiamato ad avallare questa modalità di pagamento; occorre, dunque, leggere il contratto per verificare se sia presente l’opzioni – nei casi – di dilazionare il pagamento. A meno che l’utente non sia titolare di bonus elettrico: allora, il gestore ha l’obbligo di concedere la rateizzazione.