Anche una casalinga può ottenere una pensione. Ma è fondamentale prepapararsi per tempo ed organizzare la previdenza per anni
Anche le casalinghe hanno diritto ad una pensione. È difficile dire che una persona che per anni, anzi, decenni, abbia accudito i figli e la casa, senza avere ferie né giorno libero, né tantomeno una retribuzione, non può essere considerata lavoratore. E fino a poco tempo fa era così. Purtroppo la casalinga generalmente è di genere femminile, e finisce i suoi giorni con la pensione di reversibilità el marito, perché mediamente in Italia ci sono più vedove che vedovi. E questo dopo una vita di fatica e lavoro non stop.
Da qualche anno a questa parte c’è la possibilità di versare i contributi ad un fondo pensione dell’INPS, per poter accumulare una cifra che poi farà riscattare l’assegno pensionistico. Il calcolo è puramente contributivo. Come funziona la pensione casalinghe.
Pensione casalinga, i requisiti ed i versamenti
L’INPS ha istituito un fondo ad hoc per le casalinghe che vogliono mettere da parte dei contributi a fini pensionistici. Si chiama Fondo pensione casalinghe. Una donna che ha lavorato tutta la vita in casa, può decidere si mettersi da parte un gruzzolo per ricevere denaro autonomo in vecchiaia. La casalinga può accedere al fondo se ha i seguenti requisiti:
- un’età compresa fra i 16 ed i 65 anni;
- nessuna titolarità di altra pensione diretta;
- nessuna attività lavorativa con contribuzione obbligatoria.
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La pensione si ottiene con almeno 5 anni di contributi versati ed un’età non inferiore a 57 anni. Tuttavia la cifra pensionistica deve superare almeno 1,2 volte l’assegno sociale, dunque non essere inferiore a 561,72 euro per il 2022. Se non si riesce a maturare almeno questo importo, la contribuzione dovrà continuare ad essere versata fino a 65 anni.
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L’importo che la casalinga vuole versare a fini pensionistici è libero. Ovviamente più versa e maggiori saranno i contributi ottenuti. E prima potrà accedere alla pensione. La quota minima per maturare un mese di contribuzione è 25,82 euro, corrispondenti a circa 310 euro annui. Il calcolo della pensione è come il resto del contributivo, applicando un coefficiente di trasformazione che viene moltiplicato al montante contributivo. La cifra finale divisa per 13.