E’ arrivo il momento di fare i calcoli: se guadagnate ben 1.100 euro al mese, ecco come scoprire la vostra pensione
Quante volte ci è capitato di chiederci a quanto, in linea generale, potrebbe ammontare la nostra pensione? Ebbene, proprio per questo motivo, noi di PensioniOra abbiamo deciso di aiutarvi a fare questo conteggio così da essere preparati e soprattutto da pover fare dei piani più concreti per il futuro.
Se quindi anche voi vorreste scoprire a quanto potrebbe ammontare la vostra pensione in un futuro, non dovete fare altro che continuare a leggere insieme a noi. Eccovi, dunque, tutto quello che vi serve sapere per potervi regolare.
Usiamo come linea indicatrice quella di uno stipendio medio, vale a dire intorno ai mille o ai mille cinquecento euro al mese. Se il vostro stipendio si aggira intorno a questa fascia, allora possiamo procedere con il calcolo e vedere quanto potreste percepire in linea di massima come pensione. In questo caso, infatti, il vostro assegno dovrebbe aggirarsi intorno ai novecento, massimo mille euro mensili.
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Chiaramente, però, nel calcolo del proprio assegno pensionistico ci sono vari fattori che entrano in gioco, e quindi non soltanto lo stipendio percepito negli anni di lavoro. Questi, infatti, possono andare a incidere sul vostro assegno ma non di tanto, per cui è comunque possibile fare una stima generale. Ad esempio, bisogna capire se il proprio importo della pensione verrà calcolato con un sistema retributivo: vale a dire basandosi sugli ultimi cinque anni di lavoro, ovvero i più alti della propria carriera. O ancora con un sistema contributivo, ovvero solo i contributi effettivamente versati nel corso della propria vita.
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Infine, vi è anche un terzo sistema che potrebbero essere preso in considerazione per il calcolo del proprio assegno di pensione: ovvero quello misto. Altri fattori che potrebbero incidere, inoltre, solo il montante contributivo (ovvero i contributi accumulati) e i coefficienti di trasformazione della pensione (vale a dire i valori percentuali stabiliti dalla legge). O, ancora, il tasso di sostituzione: cioè il rapporto in percentuale tra l’importo del primo rateo pensionistico e l’ultimo percepito del proprio pensionamento. Questi ultimi, inoltre, possono dipende da fattori come l’età, il lavoro svolto, se si era dipendenti o autonomi, gli anni di contributi e molto altro.