Il TFR è l’indennità a favore del lavoratore subordinato al termine del rapporto di lavoro: a chi spetta in caso di morte dell’avente diritto
Il TFR ed è il trattamento di fine rapporto, ossia la prestazione economica che spetta al lavoratore subordinato all’atto della cessazione del rapporto di lavoro. Il contributo è concesso qualunque sia il motivo (licenziamento, dimissioni, o raggiungimento dell’età della pensione). Il TFR è erogato sia ai soggetti assunti con contratto a tempo indeterminato, sia a quelli con un contratto a tempo determinato della durata minima di 15 giorni continuativi nel mese.
La ratio di tale prestazione è quella di assicurare al lavoratore, quando perde il lavoro, la disponibilità di risorse economiche necessarie per il proprio sostentamento e quello della propria famiglia. Inoltre, tale contributo è corrisposta d’ufficio, perciò il lavoratore non deve fare alcun tipo di richiesta. Dunque, il modello TFR1 è compilato direttamente dall’ente o amministrazione di appartenenza.
TFR, i soggetti che ne hanno diritto in caso di morte del lavoratore
Talvolta il TFR corrisponde a somme davvero esorbitanti, proprio per questo ci si chiede a chi andrà nel caso in cui il beneficiario muoia. Innanzitutto, è bene sottolineare che tale prestazione non rappresenta un bene che rientra nella successione. Dunque, il decesso del lavoratore rappresenta una delle cause di cessazione automatica del contratto.
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In tal caso, così come stabilito dall’articolo 2122 del codice civile, quando l’avente diritto muore, il datore di lavoro dovrà versarlo al coniuge, ai figli e, se eventualmente conviventi ed a carico del lavoratore, anche ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo grado. I parenti entro il terzo grado sono i bisnonni, i pronipoti, i nipoti (figli di fratelli o sorelle), zii (fratelli o sorelle dei genitori). Mentre gli affini entro il secondo grado sono i parenti del coniuge e quindi ad esempio i suoceri.
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Qualora tali soggetti manchino, la prestazione sarà assegnata in base a quanto disposto dalla disciplina della successione legittima. O altrimenti, secondo il testamento predisposto dal lavoratore. Perciò, nel caso in cui, quest’ultimo non abbia figli, coniuge, né altri parenti a carico potrà destinare l’indennità a favore di un soggetto da lui stesso designato nel testamento.