Cosa succede all’assegno mensile della pensione se si è in debito con il pagamento dell’abbonamento televisivo. I dettagli
Manca meno di un mese al nuovo corso. No, non si sta parlando del nuovo anno, bensì della nuova veste del canone RAI. O meglio, il ritorno alla vecchia veste. La tassa radiotelevisiva, spesso fonte di polemiche, si stacca dalla bolletta dell’utenza elettrica, per tornare alla sua versione di pagamento annuale singolo. Ancora molti aspetti sono da chiarire; è certo che i cambiamenti non riguardano la sola modalità di recapito.
In effetti, quando il governo Renzi, nel 2016, ha varato la nuova misura di ricevimento e di versamento del canone RAI, non erano immaginabili le conseguenze che da lì a poco si sarebbero palesate: in primis, una grande confusione tra le problematiche relative agli importi dell’elettricità e quelle del canone stesso. Tutto a carico del servizio amministrativo delle società erogatrici.
Canone Rai non pagato, la pensione è a rischio di pignoramento?
Qualche vantaggio, comunque, gli italiani lo hanno ottenuto: l’importo è drasticamente sceso a 90 euro (tra i canoni radiotelevisivi più bassi d’Europa); e, inoltre, finora si è goduto di un ampio margine di rateizzazione. Il tutto, funzionale all’obiettivo primario del governo in relazione al finanziamento della TV di Stato: la lotta all’evasione, appunto, ai danni del canone.
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Alla odierna decisione si è giunti dopo il richiamo della Commissione Europea a dipanare un’illegittimità di fondo sulla pretesa dello strumento; da qui, la richiesta di uniformare le procedure nel contesto comunitario. Molti sono ancora gli aspetti da chiarire su come si arriverà a riscuotere il nuovo canone: non è detto che la modalità sia necessariamente il vecchio bollettino; è ipotizzabile che la tassa si trasformi nel codice tributo nella dichiarazione dei redditi.
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E poi c’è il nodo del nuovo importo, ancora avvolto nel mistero. Essendo considerato una tassa, l’importo dell’abbonamento, quando non viene pagato, diventa dunque oggetto del ricevimento di una cartella esattoriale. Con le numerose magre pensioni, è opportuno ipotizzare che i casi di insoluto del canore RAI non siano pochi. Per la prolungata insolvenza, il pericolo è quello di abbattere sul rateo pensionistico il fantasma del pignoramento. Ma è davvero così? Il pignoramento è relativo ad un quinto dell’assegno mensile, ma solo se rispetta il cosiddetto minimo vitale: quest’anno il tetto del minimo vitale è passato da 750 euro a 1.000 euro. Pertanto, al di sotto del limite, la pensione è impignorabile.