Verso la scadenza di metà mese, per alcune abitazioni la quota del saldo non è speculare alla prima. Ecco per quali motivi
Con la scorsa scadenza del 30 novembre, la seconda tranche della dichiarazione dei redditi non ha chiuso affatto il calendario dei pagamenti verso l’Erario da parte dei contribuenti persone fisiche. Da un lato, il mese di dicembre rappresenta un po’ il mese delle integrazioni, con la tredicesima che approda negli stipendi e nei trattamenti pensionistici. Inoltre, dal mese di novembre le “entrate” soggette al trattamento INPS sono state sottoposte all’adeguamento anticipato dell’ISTAT.
Insomma, se tali somme in più servano per acquistare i regali natalizi o per pagarsi le vacanze o la settimana bianca, in effetti non è proprio così. Innanzitutto dal primo semestre di quest’anno le finanze di cittadini e nuclei familiari sono sottoposte al martellamento dei rincari, dalle bollette energetiche ai prezzi al consumo, legati alla crisi del gas e all’inflazione galoppante.
Sin d’ora, oltre alle compere festive bisognerà segnare in rosso non una data festiva, bensì una scadenza. Si tratta del termine preannunciato dal calendario fiscale dell’Agenzia delle Entrate e riguarda il giorno 16 dicembre 2022. Esso rappresenta l’ultimo giorno utile per il versamento della seconda rata dell’Imposta Municipale propria (IMU) sulle abitazioni; come è noto, il versamento è relativo agli immobili al di fuori dell’abitazione principale.
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Fatte salve le eccezioni di ville e residenze di lusso, le prime case non sono soggette all’imposta che invece viene applicata sulle “seconde case” e su qualsiasi altro tipo di immobile (differenti dai fabbricati esclusi con le proroghe di quest’anno). Anche per i coniugi che vivono in case differenti, ognuna delle quali è stata registrata a proprio domicilio, l’IMU è esente soltanto su una delle due case.
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I margini di esenzione sono estremamente stretti, mentre le riduzioni di pagamento sono applicate ai comodati, ai fabbricati inagibili o inabitabili, e alle abitazioni dei pensionati non residenti. La novità di questa seconda tornata non è di quelle piacevoli, anzi: chi abita in alcuni Comuni si troverà a saldare l’imposta con una seconda rata non uguale alla prima, ma più cara: dopo il versamento dell’acconto, sono state incrementate le aliquote (rimaste ferme al 2012), le cui differenze non possono che ricadere che sui pagamenti di prossima scadenza.