La legge è complessa in tema di eredità. Sono tanti i fattori che incidono sui diritti del partner, principalmente lo status della coppia
L’eredità è tema di difficile e controversa gestione. Non per nulla spesso le cause di successione durano decenni e spaccano le famiglie. I diritti di un partner sopravvissuto non sono disciplinati per legge, dunque praticamente inesistenti. A meno che prima del decesso l’altro partner non abbia lasciato testamento esplicito. Ed anche in quel caso, i primi parenti dell’asse diretto, come la madre o un’eventuale ex moglie, soprattutto se ci sono figli, potrebbe impugnare il documento per recuperare la maggior somma possibile.
Anche la legge Cirinnà, che ha introdotto le unioni civili, non ha chiarito la questione ereditaria. Dunque in ambito successorio, l’unica unione che garantisce dei diritti rimane l’istituzione del matrimonio. Per la legge le disposizioni testamentarie tra i conviventi del genere sono definite “liberalità tra estranei” e non godono neppure dei benefici fiscali. Che invece spettano ai coniugi, con un’aliquota ridotta all’8 per cento.
Partner ed eredità, gli esempi di legge
Se ad esempio muore un partner, e rimane in vita l’altro e la madre del defunto, in questo caso la madre senza dubbio avrà diritto alla legittima, ovvero un terzo del patrimonio. Nel caso in cui il partner defunto avesse lasciato oltre i due terzi del patrimonio all’altro partner, compresa casa di proprietà, la madre potrebbe decidere di rivolgersi al Giudice per ottenere quanto ritiene gli spetti.
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Nel caso di morte di un convivente, l’Ordinamento italiano prevede come tutela per il partner solo il diritto di rimanere per massimo cinque anni nell’abitazione comune, nel caso fosse intestata al defunto. E nell’eventualità di un affitto, di mantenere il diritto alla locazione.
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La questione dell’eredità è materia controversa, che sovente finisce in Tribunale. L’Italia è ancora un Paese aretrato in fatto di riconoscimenti delle coppie al di fuori dell’istituzione matrimoniale, che anche nel caso di separazione, ha valore legale maggiore rispetto ad una convivenza pluriennale. La Legge si dovrà adeguare presto, data anche la disparità con altri Paesi dell’Unione europea, specialmente nel nord Europa.