Quale può essere il prezzo di un albero di Natale naturale, non un albero artificiale fatto di materiali artificiali
Con l’arrivo delle festività natalizie si rinnova la tradizione dell’albero da addobbare in casa, con la ricerca della pianta giusta per spazi e ambienti domestici. Ma qual è il costo di un albero vero, proveniente da un vivaio o da attività di gestione delle foreste, attività di diradamento che consentono la crescita migliore per le foreste stesse (si tratta di cimali o punte di abete, o giovani piante destinate al taglio)?
Intanto c’è da dire che un albero di plastica ha sicuramente un costo, in termini ecologici, ben maggiore di uno naturale. Si calcola che un albero artificiale alto circa 2 metri, abbia un imbatto ambientale di 40 chilogrammi di CO2 equivalente, circa 10 volte di più di un albero vero.
Come detto in vendita si trovano alberi veri cresciuti in vivai specializzati, circa il 90 per cento del mercati, e derivati da lavori di gestione forestale, il restante 10 per cento. Il prezzo di un albero in vivaio varia dai 20 ai 65 euro, ma presso grandi centri commerciali o punti vendita il costo può scendere a 15 euro (da Ikea, questo è il prezzo di un abete rosso).
Un albero naturale ha il vantaggio del riutilizzo e del riciclo. Il Pefc Italia (Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale) che delinea gli standard nazionali della gestione forestale consiglia di valutare bene all’acquisto la provenienza, la nazionalità, l’età della pianta e la non destinazione al rimboschimento, tutti dati contenuti nell’etichetta.
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L’etichetta con il marchio Pefc garantice standard di rispetto ambientale, trasparenza e legalità nel commercio degli alberi natalizi, perché provenienti da vivai specializzatti e da tagli legali. Un albero naturale può essere consegnato alla fine delle feste a un’isola ecologica per il riciclo, o piantato nel giardino di casa, se possibile, oppure consegnarlo nei centri di raccolta indicati dai vivaisti.
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Ripiantarli gli alberi natalizi in ambienti distanti dal loro contesto ecologico può essere errato, per malattie o parassiti, ma la cosa veramente sbagliata è gettarli in discariche o in cassonetti dell’indefferenziato, rinunciando a al riciclo e al rispetto ambientale