Ecco a quanto ammonta la quota di eredità che la normativa vigente prevede a favore dei fratellastri se presenti nel nucleo. I dettagli
In ogni contesto familiare, prima o poi, più o meno preannunciato, si verifica un evento spiacevole come un lutto. In particolar modo per i superstiti più vicini, economicamente non autosufficiente e dunque a carico del defunto, tale circostanza provoca, nell’immediato, una rottura di un equilibro non soltanto di carattere affettivo. Da questo punto di vista, l’INPS arriva in soccorso con uno strumento ad hoc.
Se il de cuius è stato un percettore del trattamento pensionistico, la previdenza consente ai familiari a suo carico di ricevere una quota di tale trattamento, regolata secondo aliquote variabili, in base al numero dei componenti e alla priorità della linea diretta. È la cosiddetta pensione di reversibilità, riferita in primo luogo al coniuge superstite, sposato, unito civilmente o divorziato (con assegno divorzile e senza nuove nozze) ed estesa agli eventuali figli; in assenza di tutti loro, possono beneficiarne fratelli, sorelle e genitori a carico del medesimo.
Il contesto familiare è sufficientemente gestibile dalla normativa legata al tema dell’eredità; anche in assenza delle volontà scritte su un testamento olografo e depositate presso lo studio di un notaio, le quote possono essere distribuite in percentuali prefissate fra il numero dei membri e, appunto, la priorità sulla linea diretta con il defunto. Altrimenti, quando sono coinvolti altri parenti è sempre bene regolare la trasmissione dei beni stendendo per tempo un testamento.
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D’altronde, è a discrezione dei chiamati all’eredità di accettare o meno quest’ultima; oppure, è possibile che si contesti il testamento. Insomma, ciò mette in discussione l’iter di successione dei beni, anche sul piano erariale in relazione all’obbligo di dichiarazione di successione e di versamento delle relative imposte previste. Anche in questo caso, però, la legge pone delle quote di riferimento.
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Se nell’ambito delle pensione di reversibilità, in assenza del coniuge superstite – come una vedova – e dei figli, subentrano nel godimento fratelli, sorelle ed eventuali genitori, anche in casi particolari, come la presenza di fratellastri superstiti, la successione è possibile pure in mancanza di altri ascendenti. Ad essi, la normativa stabilisce una specifica quota di successione: la metà della quota spettante ai fratelli “germani”.