La Tari è un imposta obbligatoria per tutti coloro che possiedono immobili che producono rifiuti: cosa succede in caso di insolvenza
La TARI è l’imposta relativa al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che ha sostituito la TARES, rimasta in vigore soltanto nel 2013. Sono tenuti al pagamento tutti quelli che possiedono o detengono a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi. Il relativo importo è stabilito da ciascun comune a seconda della superficie e quantità di rifiuti prodotti e in base ad usi e tipologia delle attività. Gli enti territoriali, però, possono concedere anche delle diminuzioni o esenzione per le utenze non domestiche.
Nel dettaglio, è prevista un’esenzione per locali inagibili o inabitabili, privi di tutte le utenze attive di servizi di rete e non arredate. Inoltre, per le abitazioni di superficie tassabile non superiore a 65 m² utilizzate da persone di età superiore a 65 anni, che vivono da sole o insieme al coniuge sempre di età superiore a 65 anni, è applicata sul tributo una riduzione del 50%. Sempre che, quest’ultimi non posseggano altro reddito oltre a quello della pensione minima dell’INPS. La riduzione al 50% è prevista anche per le abitazioni in cui ci sia un nucleo familiare in cui viva una persona invalida oltre il 75% o portatore di handicap non abile al lavoro.
Tari non pagata, cosa prevede la legge
Le scadenze sono generalmente stabilite da ciascun Comune, con il tributo che deve essere versato in due rate semestrali. Di solito la scadenza della Tari è suddivisa in tre quote: un primo versamento entro la fine di aprile, un secondo entro la fine di luglio, l’ultimo entro la fine dell’anno. In caso di mancato pagamento, qualora la somma dovuta sia inferiore a 30.000 euro, si incorrerà in un illecito tributario. Mentre, se l’importo supera i 30.000 euro, il reo sarà perseguibile del reato di evasione fiscale e si sfocerebbe, dunque, nel penale.
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Tuttavia, la legge prevede il cosiddetto ravvedimento operoso, che permette al soggetto agente di rimediare al ritardo pagando una sanzione inferiore, che in questo caso sarà amministrativa. Dunque, in tali ipotesi l’importo da versare varierà in base alla somma originaria dell’imposta non pagata e alla scadenza iniziale stabilita dal Comune.