Arrivano ottime notizie per gli italiani riguardo al superbonus 110%, il quale consente di apportare interventi edilizi
Il Superbonus è un incentivo fiscale introdotto dal decreto Rilancio. La misura consente una detrazione del 110% sui costi necessari per la realizzazione degli interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Si affianca, dunque, al cosiddetto ecobonus che permette, invece, le operazioni di riqualificazione energetica degli edifici e di recupero del patrimonio edilizio.
Nel dettaglio, si può beneficiare del Superbonus nella seguente misura:
– 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023;
– 70% per le spese sostenute nel 2024;
– 65% per le spese sostenute nel 2025.
Inoltre, la misura si rivolge ad una platea di soggetti molto vasta, come ad esempio, ai condomìni, agli istituti autonomi case popolari (Iacp) e alle cooperative di abitazione a proprietà indivisa. Ancora l’agevolazione spetta anche alle onlus, alle associazioni di volontariato, di promozione sociale, alle società sportive dilettantistiche e ai soggetti Ires. Purché, però, in possesso di determinati requisiti previsti dalla normativa.
Nelle ultime ore, circolano delle voci sulla possibilità di una proroga del superbonus. Il governo, infatti, starebbe valutando l’opportunità di allungare i termini per la comunicazione di inizio dei lavori fino a fine anno. Come è ben noto, lo scorso 25 novembre sono scaduti i termini per inoltrare al Comune la comunicazione di inizio lavori asseverata. Dunque, coloro i quali non siano riusciti a caricare tutti i documenti necessari prima di questa data, non potrebbero beneficiare dell’agevolazione.
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Tuttavia, proprio in vista della passata scadenza, i portali delle amministrazioni locali sono andati letteralmente in tilt, a causa della notevole affluenza. Proprio per questo, tantissimi esponenti delle varie forze politiche, tra cui anche quelli di Forza Italia, spingono per una proroga per la comunicazione di inizio lavori almeno fino al 31 dicembre.
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Perciò, attualmente l’esecutivo sta valutando tale eventualità e quindi nei prossimi giorni potrebbero esserci delle novità su questo fronte. Chiaramente, se tutto ciò dovesse avverarsi, non dovrebbero, in ogni caso, esserci delle modifiche anche per quanto riguarda la data del 1° gennaio 2023 per il taglio dal 110% al 90%, già stabilito dal governo Draghi per il 2024.