Questa è la procedura che prende avvio quando vengono superati i tempi di riscossione delle somme insolute. I dettagli
Con il mese di novembre si conclude definitivamente la campagna di rottamazione delle cartelle denominata Rottamazione ter, attivata dall’allora Governo Conte subito di seguito alla riapertura delle attività economiche che ha succeduto l’emergenza sanitaria da Coronavirus. Essa ha riguardato il recupero delle somme, in particolare delle tasse, oggetto della sospensione delle riscossioni.
Tale rottamazione giunge a conclusione nel momento in cui se ne sta per avviare un’altra. Il riferimento è alla nuova pace fiscale che verrà attivata dall’esecutivo Meloni quando si approderà alla nuova legge di bilancio e preannunciata con la recente Nadef e la manovra di bilancio. Un’iniziativa necessaria per “far cassa” in una fase di forte pressione per le casse dello Stato, le quali devono far regolarmente fronte alle erogazioni di pensioni, indennità e bonus.
Se non paghi il condominio si rischia questo tipo di segnalazione da parte dei riscossori
La nuova rottamazione delle cartelle esattoriali pensata dal governo per essere attivata dal 1° gennaio 2023, interessa innanzitutto lo stralcio dei debiti inferiori a mille euro. Le motivazioni sostenute sono quelle di cancellare una riscossione che in termini di costi è più onerosa rispetto al debito stesso da riscuotere. Dall’altra parte, si passerà ad una riscossione agevolata nei confronti dei debiti dai mille ai tremila euro.
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I contribuenti alle prese con le cartelle insolute potranno dunque beneficiare di una scontistica pari al 50 per cento sulle sanzioni e gli interessi; inoltre, la tempistica per il recupero delle somme viene fissata nella misura “secca” di cinque anni, intimazioni e solleciti inclusi. Ad ogni modo il soggetto titolare del debito non può evitare di essere bollato come “cattivo pagatore”, ossia non si può evitare di essere segnalati alla Centrale Rischi Finanziari (CRIF).
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Il mancato pagamento delle spese condominiali è una di quelle cause che possono portare alla segnalazione, non prima però che il debitore sia stato contattato (anche più di una volta) dagli organi di recupero del credito per notificare l’avvio della procedura della suddetta segnalazione. A meno che il saldo del debito non avvenga a stretto giro. La segnalazione ha una durata a seconda delle ritardo del pagamento; variabilmente da un mese ai 36 mesi.