Il reddito di cittadinanza dovrebbe andare verso lo stop, se la Legge Bilancio lo confermerà. Alcuni percettori dovranno restituirlo
Come da programma, il governo Meloni sta indebolendo sempre più il reddito di cittadinanza, fino a volerlo far sparire, cosa che i suoi elettori si agurano fortemente. Fratelli d’Italia, di cui la premeier è leader, ha osteggiato sin dall’inizio la misura, accusandola di essere un vantaggio per “immigrati e chi non vuole lavorare”. E purtroppo sono molte le persone che la pensano in questo modo. Il reddito di cittadinanza ha sì i suoi limiti, specialmente perché si tratta di una misura giovane, che deve essere messa a punto al meglio.
Specialmente il funzionamento della macchina della ricollocazione. Che un po’ per inerzia, ed un po’ per colpa – o alibi? – della pandemia, in questi anni è riuscita a trovare lavoro ad una fetta davvero esigua dei percettori del reddito di cittadinanza.
E dunque il Governo Meloni ha studiato una nuova formula che non elimina immediatamente il reddito di cittadinanza, ma che ne indica la via, imponendo paletti sempre più restrittivi. Sia chiaro, tutto questo emerge da dichiarazioni e da documenti scritti che devono ancora essere approvati dalla legge di Bilancio. Se diventeranno legge, il reddito di cittadinanza potrà essere richiesto solo da cittadini inabili al lavoro. Difatti il Governo vorrebbe escludere tutti coloro con una fascia compresa tra i 18 ed i 65 anni che sono fisicamente in grado di lavorare, proteggendo i soggetti fragili.
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Chi ha il reddito di cittadinanza già in corso d’opera, e ne perde i diritti, potrà comunque continuare ad usufruirne fino al termine della tranche della misura, ovvero i famosi 18 mesi. Dopodiché per il rinnovo dovrà dimostrare di avere le carte in regola con le nuove regole.
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Ma non dovrà restituire nulla, perché nel suo pieno diritto. Mentre invece i controlli diventeranno più severi, ed in caso di ricezione del beneficio indebitamente, il reddito viene automaticamente revocato, il denaro acquisito senza diritto restituito, e si rischia, oltre alla sanzione, anche la reclusione da 2 a 6 anni. Discorso simile per chi non ha truffato ma non ha comunicato le variazioni di reddito. Solo che in questo caso la reclusione va da 1 a 6 anni.