La tredicesima di dicembre è ormai prossima all’arrivo, ma dall’Agenzia dell’Entrate spunta una brutta sorpresa: di cosa si tratta
È quasi tempo di tredicesima per circa 34 milioni di italiani. Saranno ben 47 i miliardi che entreranno nelle loro casse nel mese di dicembre. Un ottimo modo, mai come quest’anno, per far fronte al caro vita. Quest’ultima ai lavoratori dipendenti verrà destinata tra il 15 ed il 20 dicembre, mentre i pensionati se la vedranno accreditata insieme alla pensione nel loro giorno di riscossione tra la fine di questo mese e i primi giorni del prossimo.
La regione con la popolazione che riceverà più soldi è la Lombardia, si parla di 6,2 milioni di euro, seguita da Lazio (3,25 milioni) e Veneto (2,98). Fuori dal podio Emilia-Romagna e Piemonte, le cui rispettive popolazioni riceveranno 2,82 e 2,58 milioni. All’ultimo posto, per questioni meramente demografiche, c’è la Valle D’Aosta con i suoi 79.000 euro. Questi soldi, secondo alcuni sondaggi, verranno spesi per generi alimentari e a seguire giocattoli, tecnologia e libri. In calo le spese legate all’abbigliamento e ai prodotti per il corpo. Salgono in classifica i regali online con abbonamenti e buoni regalo.
Tredicesima, brutta notizia dall’Agenzia dell’Entrate
La brutta notizia per ciò che riguarda la tredicesima è legata alla batosta della tassazione. Dei 47 miliardi di euro suddetti, ben 11,4 saranno assorbiti dall’Agenzia delle Entrate a causa delle ritenute Irpef. Gli italiani potranno, dunque, godere di soli 35,5 miliardi. Queste stime sono state prodotte dalla Cgia (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato) di Mestre.
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Secondo quanto riferito dagli esperti, in molti si ritroveranno a dover far fronte al pagamento di bollette, mutuo e Imu. Solo una bassa percentuale della popolazione potrà destinarla a spese non di prima necessità. I calcoli lasciano presupporre che i cittadini spenderanno una cifra intorno ai 9,5 miliardi di euro per i regali di Natale, cifra simile a quella dell’anno scorso, quando la pandemia da Covid-19 incombeva ancora pesantemente. Considerando il periodo pre-crisi del 2009, quando vennero spesi sui 18 miliardi di euro, si può notare una preoccupante differenza.