Questa volta la riprogrammazione dei canali obbligherà all’installazione di un apposito apparecchio per il chiaro dal 2023. Cosa succede
L’introduzione, a suo tempo, del sistema digitale terrestre per la rete televisiva nazionale ha rappresentato una vera e propria rivoluzione tecnologica a portata degli utenti delle mura domestiche. Grazie al nuovo standard, le immagini hanno acquistato una risoluzione comparabile soltanto a quella ottenuta dal sistema satellitare; inoltre ha infinitamente allargato lo spettro dei canali, con un’offerta in chiaro mai vista prima di canali sostanzialmente su misura dei gusti dei telespettatori.
La rete nazionale RAI ha abituato i suoi utenti alle periodiche riprogrammazioni degli apparecchi televisivi in casa, quale ultimo “step” dei periodici aggiornamenti degli standard tecnologici. A volte, il rilascio di un nuovo formato digitale costringe alla sostituzione del televisore, in quanto risulta l’aggiornamento risulta eccessivamente avanzato per essere supportato dai decoder esterni.
La stabilizzazione del formato digitale sta finalmente giungendo al suo definitivo completamento dopo un processo lungo un anno e mezzo. Il 2023 sarà dunque l’anno della fine dei consueti rimescolamenti dei canali televisivi. Ma l’ultimo passaggio, che al solito prevede la risintoniziazione dei canali, investirà anche coloro i quali hanno provveduto all’acquisto della nuova TV con sistema DVB-T2.
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L’apparecchio nuovo di zecca non basterà e occorrerà lavorare di nuovo sulla memoria per risintonizzare e riposizionare i canali televisivi. A gestire con maggiori difficoltà questi cambiamenti saranno gli spettatori più anziani che rischiano di vedersi oscurare i canali sin dal 20 dicembre, giorno del passaggio definitivo al nuovo digitale terrestre. Terminerà il servizio della codifica Mpeg-2 che fino al 19 dicembre prossimo renderà visibili la maggior parte dei canali televisivi.
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I canali RAI1, RAI2 e RAI3 rimarranno in chiaro anche con il passaggio di consegne alla codifica Mpeg-4, presente nella gran parte dei televisori di nuova generazione. Non sarà necessario acquistare la nuova TV ma indubbiamente bisognerà sostituire il decoder con il modello aggiornato per poter continuare a seguire i programmi RAI. La “nuova generazione” di decoder prevede anche l’utile funzione “downscaling”, che consente di abbassare la qualità del segnale per permettere la visione anche con la nuova codifica; ma la visione risulta davvero pessima ed è dunque sconsigliata.