Con la nuova manovra varata dal Governo, sono tanti i lavoratori esclusi dalla possibilità di poter godere della pensione anticipata: chi sono
Qualche giorno fa il Governo ha approvato il disegno della legge di bilancio in cui sono contenute tantissime novità. Tra queste, l’introduzione di una carta risparmio spesa per le famiglie meno abbienti, nuove regole in tema di reddito di cittadinanza e congedi familiari. Inoltre, sono previsti numerosi cambiamenti anche sul fronte pensioni con la possibilità di poterne godere in anticipo ma soltanto per l’anno 2023. Dunque, chi ha compiuto 62 anni di età ed ha maturano almeno 41 anni di contributi potrà andare in già in pensione. Per la “Quota 102” era, invece, necessaria un’età anagrafica di almeno 64 anni e un’anzianità contributiva minima di 38 anni.
Tra l’altro, ci sarà anche una revisione del meccanismo di indicizzazione. Nel dettaglio, come chiarito nella bozza della legge di bilancio, l’adeguamento sarà:
del 35% per le pensioni superiori a 10 volte il minimo (circa 5.250 euro);
del 40% tra otto e dieci volte il minimo;
del 50% tra sei e otto volte il minimo;
del 55% per quelli tra cinque e sei volte il minimo;
dell’80% per gli assegni pari o inferiori a cinque volte il minimo.
Per quel che riguarda, invece, i trattamenti minimi pari a circa 525 euro è prevista una rivalutazione maggiorata, pari al 100%, degli importi riconosciuti dall’Inps.
Pensioni 2023, quali sono i lavoratori danneggiati dalla nuova manovra
Nella nuova manovra sulle pensioni, la cosiddetta Quota 103, sono tanti gli esclusi, in quanto, coloro i quali hanno 61 anni di età e meno di 41 anni di contributi non potranno beneficiare di tale opportunità. Dunque, anche i lavoratori sessantaduenni non potranno comunque approfittare della misura qualora non abbiano ancora maturato gli anni di contributi previsti dalla quota 103. Perciò, chi nel 2021 aveva 62 anni di età ma 37 di contributi e sperava di poter approfittare della quota 102 con l’arrivo del nuovo anno, nel 2023 con 64 anni di età e 39 di contributi si troverà nuovamente ad essere tra gli esclusi.
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Quindi, da un’attenta analisi, si può facilmente intuire che quelli nati nel 1960 o nel 1961 sono tra i più penalizzati da questo nuovo cambiamento. Se con la Quota 100 o 102, infatti tale categoria di soggetti era troppo giovane o con età contributiva non ancora sufficiente, ora, con Quota 103, vi rientrano con l’età ma non più con la contribuzione che è arrivata addirittura a 41 anni. Quest’ultimi, in definitiva, in base alle ultime novità, dovranno attendere ancora 3 anni, se ne riparlerà, perciò, non prima del 2026.