Spesso si crea confusione in merito alla cessione del quinto: ecco di cosa si tratta in parole semplici
Non sono in pochi quelli che, quando sentono parlare di cessione del quinto, ci capiscono poco o nulla. Spesso la causa è imputabile anche alla complessità delle spiegazioni da parte di chi è esperto in materia. A tal proposito, in questo caso, si proverà a spiegare con parole semplici ma efficaci. La cessione del quinto dello stipendio, per dirla tutta, è un prestito personale che viene destinato a lavoratori dipendenti e pensionati.
Quest’ultimo può essere richiesto per motivi personali riguardanti vita privata o famiglia. Alcuni esempi possono essere l’acquisto di un veicolo o la partecipazione ad un corso di formazione, ma anche la semplice necessità di avere più denaro liquido. Tale tipologia di prestito è legata alla sottoscrizione di un’assicurazione che va a garantire il pagamento del debito residuo nel caso di licenziamento o decesso del richiedente il credito.
Come funziona e chi può richiedere la cessione del quinto
La cessione del quinto consente ai lavoratori pubblici, privati e pensionati di restituire la somma avuta in prestito cedendo a chi finanzia fino appunto a un quinto di quella che è la pensione o lo stipendio. All’atto pratico funziona che il datore di lavoro o l’ente di previdenza trattiene la rata e la versa poi al finanziatore. Tale credito si dice ‘non finalizzato’, il che significa che il richiedente non è tenuto a specificare cosa ne farà dei soldi ricevuti.
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Per essere più specifici, i requisiti per accedere al prestito sono: contratto indeterminato, residenza in Italia, età tra 18 e 63 anni, assicurabilità dell’azienda (nel caso di privati). I pensionati invece devono avere un’età non superiore a 90 anni al termine del finanziamento e una pensione pari o superiore al netto della quota cedibile.
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Infine, per chi fosse interessato, la cifra massima richiedibile generalmente è di 75.000 euro, la quale può essere rimborsata con un piano di ammortamento che non vada oltre i 10 anni (120 mesi) e che non sia al di sotto dei 4 (48 mesi).