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Bonus matrimonio 20.000€, arriverà davvero nel 2023?

Un bonus da 20mila euro da destinare alle giovani coppie per incentivare i matrimoni religiosi. Le controversie della misura

Bonus matrimonio (Foto Pixabay)

In questi giorni sta facendo molto discutere la notizia di un bonus che il partito della Lega vorrebbe introdurre nel nostro Paese: il bonus matrimonio. Si tratta di una proposta che riguarderebbe esclusivamente i matrimoni religiosi che sono in netto calo nel nostro Paese rispetto alle unioni civili in comune.

Quello che il partito guidato da Matteo Salvini vuole fare è introdurre un bonus fino a 20 mila euro proprio per incentivare i matrimoni che vengono celebrati sull’altare. La notizia, come era inevitabile che fosse, ha animato il dibattito pubblico in Italia e l’opinione pubblica si è subito divisa tra chi è favorevole e chi sfavorevole alla misura.

Bonus matrimonio: una misura dalle mille polemiche

Bonus matrimonio (Pensioniora.it)

Come detto, obiettivo del bonus sarebbe quello di incentivare i giovani a sposarsi in chiesa a seguito del calo proprio delle unioni religiose rispetto quelle civili. Il bonus matrimonio funzionerebbe in questo modo: gli sposi avranno una detrazione del 20% sulle spese per il matrimonio religioso che includono addobbi floreali, abiti per gli sposi, bomboniere, etc. Tetto massimo d’imposta è fissato a 20 mila euro che gli sposi potrebbero ottenere in cinque quote annuali.

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Per poter richiedere il bonus gli sposi devono avere la cittadinanza italiana da almeno 10 anni e un redito non superiore a 23mila euro in coppia o a 11.500 euro a persona. La misura verrebbe a costare in tutto 716 milioni di euro, cioè 143,2 milioni per le cinque quote annuali.

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Questa misura, però, non tiene conto di una cosa davvero molto importante: si attingerebbe a fondi statali, e quindi di tutti i contribuenti italiani per una funzione religiosa, senza rendere conto che non tutti professano la fede Cristiana. Da questa proposta di bonus esce fuori in tutto e per tutto l‘idea di famiglia immaginata dalla destra italiana: una famiglia costituita da un padre, una madre e cattolica.

Una idea, insomma, che va contro la laicità dello Stato Italiano e contro le recriminazioni del binomio madre/padre da contrapporre alla formula di genitore 1/genitore 2. Si tratta quindi di elementi di peso che vanno a violare i diritti che lo Stato, invece, è chiamato a garantire. 

Pubblicato da
Ramona Buonocore