Nel 2023 molti attuali percettori del Reddito di Cittadinanza potrebbero perdere la misura: ecco le novità a riguardo
Sono settimane davvero molto importanti per i percettori del Reddito di Cittadinanza che, con la nuova Legge di Bilancio, sapranno finalmente che destino avranno. Il governo Meloni, infatti, sin dai tempi della campagna elettorale, ha dichiarato di voler drasticamente modificare la misura introdotta dal governo Conte nel 2019.
Alla premier Giorgia Meloni e ai partiti della coalizione di centro – destra che attualmente sono al governo, la misura di sostegno al reddito e di introduzione al mondo del lavoro non è mai piaciuta così come è stata introdotta dal governo giallo – verde. Secondo rumors che si fanno sempre più intensi, il RdC subirà delle importanti modifiche.
Reddito di Cittadinanza: chi perderà il sussidio nel 2023
Da quanto si apprende da Palazzo Chigi, il governo Meloni taglierà il Reddito di Cittadinanza a circa 800 mila persone che potrebbero perdere il sussidio già a partire dal 2023. Come detto, la modifica al RdC rientrerà nella nuova manovra economica che rientrerà nella Legge di Bilancio e farà risparmiare al governo o uno o due miliardi di euro.
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A perdere il RdC saranno innanzitutto quelli che il governo considera “occupabili”, ovvero tutte quelle persone che hanno sottoscritto il Patto per il lavoro presso i Centri per l’impiego. Si tratta di circa 660mila persone, come “farebbero di tutto per non lavorare e restare sul divano”. A rischio, poi, altre 200mila persone che già lavorano ma hanno stipendi così bassi da possedere i requisiti per rientrare tra i percettori reddito di cittadinanza.
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Parliamo in questo caso di persone occupate in settori dove non esiste il salario minimo e che ricevono uno stipendio che si aggira tra i 4 e i 5 euro l’ora. Più in generale perderebbero il sussidio coloro che hanno dai 18 ai 59 anni e sono abili al lavoro. La misura resterà invece per inabili al lavoro e famiglie con figli in difficoltà economica.
Un’altra novità, poi, potrebbe riguardare la durata del sussidio che ora si aggira sui 18 mesi rinnovabili ogni volta che ricorrono i requisiti, dopo una sospensione di un mese. Il governo Meloni, invece, vorrebbe impedire ai percettori abili al lavoro di poter prendere il reddito una volta scaduti i primi 18 mesi, dando invece sei mesi di sostegno alla formazione finanziati con fondi europei.