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Pensioni

Partita iva, che pensione avrai se guadagni 2.000€

Con questo compenso mensile, ecco quanto si verrà a percepire con i vari sistemi pensionistici, dopo il congedo. Le somme

Pensione INPS (Foto Adobe)

In questi ultimi mesi che stanno congedando oramai l’anno, proseguono le erogazioni dei bonus sbloccati dall’approvazione di alcuni degli ultimi decreti del governo Draghi. Dallo scorso giugno sono ancora in atto i pagamenti del bonus 200 euro alle categorie interessate, inclusi i pensionati in possesso di redditi inferiori o pari a 35mila euro all’anno. Al contempo è esordita l’erogazione del bonus da 150 euro ai redditi annui sotto o uguali a 20mila euro.

È dunque plausibile che coloro che soltanto oggi percepiscono il primo sussidio, con il secondo tetto reddituale in possesso, possa aver integrato di ben due importi il proprio rateo pensionistico con la tornata di novembre o possa farlo nei prossimi mesi. Ma ancor di più interesse è l’ottenimento di una rata mensile del trattamento previdenziale che consenta di vivere l’età più avanzata della vita in serenità e senza troppi affanni economici.

Partita iva, che pensione si ottiene con un compenso di 2mila euro mensili?

Pensione INPS (Foto Adobe)

Se una vecchia canzone italiana recitava “se potessi avere mille lire al mese”, nei tempi odierni sinonimo di tranquillità e di disimpegno dalle incombenze economiche è forse un guadagno mensile di 2mila euro al mese. Una modalità che dovrebbe bastare anche in presenza di una famiglia, che sia a carico di un lavoratore dipendente o di un titolare di Partita Iva.

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Quanto potrà dunque ricevere – pensionisticamente parlando – il popolo sempre più numeroso delle Partite Iva, in particolare se porta a casa circa 2mila euro mensili? Per essi, i requisiti che si integrano ad un normale calcolo della futura pensione sono tradotti nei versamenti dei contributi in base al reddito annuo percepito; inoltre, dipendono dalla tipologia di lavoro, quale libero professionista iscritto alla cassa privata dell’ordine di appartenenza; come lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata INPS; come imprenditore individuale.

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Con il sistema retributivo, grazie alle retribuzioni di fine carriera più alte, i relativi coefficienti di trasformazione risultano i più vantaggiosi; occorre aver accumulato almeno 18 anni di contribuzione fino al 31 dicembre 1995 con somme accantonate fino al 31 dicembre 2011. Andando in pensione all’età di 67 anni si perderà davvero poco, percependo un rateo mensile di 2mila euro. Anche tramite il sistema contributivo (in base ai contributi effettivamente versati dal lavoratore) non si perde poi molto, poco meno di 2mila euro.

Pubblicato da
Roberto Alciati