Nell’ambito previdenziale, il soggetto interessato può ottenere un diritto economico con questo handicap. Di cosa si tratta
Sotto il profilo dell’integrazione degli individui portatori d’handicap nella vita e negli spazi collettivi, sono stati fatti passi da gigante negli ultimi decenni dal punto di vista specificatamente normativo, e negli ultimi anni, le precisazioni integrative hanno offerto un maggiore terreno di autonomia agli interessati stessi, nonché ai familiari o agli assistenti che se ne prendono cura.
La legge 104 del 1992 ha aperto completamente la strada all’acquisizione di quei diritti che consentono ai soggetti portatori d’handicap di appianare le difficoltà della condizione di salute con le prerogative della vita dei soggetti normodotati, tramite strumenti agevolativi di carattere previdenziale, lavorativo ed economico. Essa, inoltre, si è estesa ai caregiver e ai familiari che assistono il loro caro, godendo anch’essi di permessi e congedi retribuiti.
Chi ha l’invalidità INPS può inoltrare la domanda con queste condizioni di salute
Il “pacchetto” normativo della legge 104 si è arricchito col tempo non solo di agevolazioni sui posti di lavoro per consentire di assolvere senza ostacoli le necessità di tipo sanitario, ma ha compreso sconti fiscali quali le detrazioni per talune spese, come quelle sanitarie o legate all’acquisto di strumentazione elettronica e di un veicolo (attrezzato con le predisposizioni tecniche del caso); oltre ad una pensione di invalidità, calmierata – dopo la visita specialistica della commissione medica dell’INPS – a seconda del grado di gravità.
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Nel caso venga riconosciuta una inabilità lavorativa totale, al 100 per cento, permanente, il soggetto è dunque un invalido totale al quale la previdenza sociale dà diritto alla pensione di inabilità, la prestazione economica assegnata sotto la presentazione della domanda, quando si vive in questa condizione psicofisica e al contempo in stato di bisogno economico. Possono accedervi gli invalidi totali tra i 18 e i 67 anni, residenti stabilmente in Italia e in possesso di determinati requisiti sanitari e amministrativi.
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La normativa richiede infatti, oltre al riconoscimento dell’inabilità totale e permanente, anche un reddito al di sotto della soglia stabilita annualmente per legge (al 2021, il limite è pari a 16.982,49 euro). La pensione di inabilità è assegnata altresì nel caso che l’invalido sia ricoverato in una struttura sanitaria pubblica, e che dunque provvede temporaneamente al suo sostentamento; può infine essere integrata, poiché è compatibile, con altre prestazioni di invalidità, legate a cause di guerra, lavoro e di servizio, ma che permettano di accertare patologie o menomazioni differenti. Al termine dell’accertamento sanitario, la domanda può essere inoltrata tramite raccomandata A/R oppure telematicamente con PEC all’INPS.