Coloro che devono uscire a breve dal mondo del lavoro si chiedono che stipendio devono avere per una pensione da 2mila euro
Quello delle pensioni continua ad essere uno dei temi più caldi attualmente in Italia insieme a quello del Reddito di Cittadinanza. Il prossimo 31 dicembre 2022 scadrà infatti Quota 102 e sono centinaia di migliaia coloro che nel 2023 usciranno dal mondo del lavoro e si chiedono, giustamente, in che modo e seguendo quale misura.
Il governo Meloni è al lavoro per istituire Quota 103 che consentirà di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica. La misura dovrà essere inserita nella nuova Legge di Bilancio che dovrebbe così scongiurare un ritorno alla Legge Fornero ed un pensionamento a 67 anni.
Sono tanti i futuri pensionati che si chiedono quale sarà l’importo della loro pensione. Innanzitutto l’importo dipende da vari elementi tra cui l’inizio della carriera lavorativa, il percorso lavorativo, l’andamento dell’economia nel nostro Paese e l’aumento della speranza di vita. Prima si va in pensione, minori sono i contributi versati e maggiore è l’attesa di vita.
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Questo significa che prima si smette di lavorare e minore sarà l’importo dell’assegno pensionistico. E’ importante poi ricordare che chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi avrà l’intera pensione calcolata sui contributi versati; chi ha iniziato a lavorare prima del 1978 avrà la pensione calcolata sui contributi versati solo per gli anni dal 2012, mentre per chi ha iniziato a lavorare entro il 1995 avrà la pensione calcolata sui contributi versati solo dal 1996.
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Dal momento che il calcolo della pensione dipende da tutti i vari elementi sopra riportati, questa non può essere calcolata perfettamente ma si tratta di un calcolo stimato. Più grande è il tempo che manca ad un lavoratore per andare in pensione e maggiore sarà la variabilità su questa stima. All’avvicinarsi del traguardo, la variabilità andrà via via riducendosi.
Per avere una pensione da 2mila euro al mese, ad oggi, bisognerebbe essere un dipendente pubblico di 55 anni e avere un‘anzianità contributiva di 30 anni ed uno stipendio di 2.700 netti al mese. La rendita, in questo caso, sarà calcolata con il cosiddetto sistema «misto». Con un incremento reale dello stipendio e del Pil dell’1,5%, l’assegno sarà di circa 2 mila e 700 euro mensili.