Entro questo limite di età i garanti possono consentire il rilascio del finanziamento a favore di un loro caro. Ecco quale
Le difficoltà che hanno investito milioni di cittadini nel pagare le bollette dell’energia elettrica si sono tradotte in una vera e propria crisi economica supportata dalla galoppante corsa dell’inflazione. Essa, sorta come fattore di ripresa subito dopo l’emergenza sanitaria da Coronavirus, si è tradotta in un’inarrestabile corsa a due cifre percentuali ricaduta sui prezzi dei beni di consumo.
Tali conseguenze hanno portato all’oramai endemico calo del potere di acquisto nei confronti di molti cittadini e nuclei familiari, oltre alla non sottovalutabile riduzione della capacità di risparmio. Meno risparmi meno potenzialità di realizzare i progetto di una vita, propri di più o meno giovani soggetti. I relativi depositi, così come gli interessi dei finanziamenti ora costano significativamente di più.
L’inflazione che a gennaio del prossimo anno giungerà a toccare due cifre percentuali ha segnato una traccia già dallo scorso settembre: la tregua primaverile ed estiva aveva concesso tassi di interesse favorevolissimi, con l’Eurirs – l’indice dei mutui a tasso fisso – addirittura favorevole rispetto al tasso Euribor, l’indice dei mutui variabili. Finché in autunno la Banca Centrale Europea, per contrastare l’inflazione, non ha potuto che alzare i tassi.
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Mutui dunque penalizzati, ma soprattutto i loro potenziali titolari, specialmente i più giovani alle prese con l’acquisto della prima casa. Inversamente, si è assistito all’ascesa della richiesta degli affitti. Di fatto oggi i giovani si trovano spesso in una circostanza di vita che spesso non possono esibire alla banca sufficienti garanzie per ottenere un prestito della casa, talvolta anche in presenza di una condizione lavorativa, ma non sufficientemente stabile per garantire la restituzione delle rate.
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Entrano pertanto in gioco i garanti, che nella fattispecie sono genitori in età avanzata. La presenza di un garante è un fattore indispensabile insieme al profilo economico del richiedente e della sua età, al fine di ottenere una valutazione positiva dell’istituto di credito. Ma per la banca è importante anche l’età del garante, ovviamente: il tetto massimo anagrafico è fissato a 75 anni, sufficienti – in base al tenore di vita di oggi – a consentire di rimborsare il debito, casomai il figlio, o qualunque altro caro, non disponesse più di denaro sufficiente.