RdC, meno soldi a gennaio sul conto | Chi subirà il taglio

A partire da gennaio 2023 il Reddito di Cittadinanza cambierà notevolmente: ecco chi avrà meno soldi e chi lo perderà

reddito cittadinanza
come cambia il reddito di cittadinanza (Foto Adobe)

Quello del Reddito di Cittadinanza è uno dei temi caldi negli ultimi mesi in Italia. La misura introdotta dal governo Conte nel 2019 potrebbe infatti presto subire dei tagli importanti da parte del governo Meloni che, già in campagna elettorale, aveva parlato di rimodulazione della misura di sostegno al reddito ed introduzione nel mondo del lavoro.

Le novità riguardo il Reddito di Cittadinanza saranno rese note dopo l’introduzione della nuova manovra finanziaria e a partire dal 2023. Proprio a partire dal primo giorno dell’anno che molti beneficiari si vedranno togliere il sussidio mentre altre vedranno molti meno soldi sul conto.

Reddito di cittadinanza: cosa cambia dal 2023

reddito di cittadinanza
come cambia il reddito di cittadinanza (Foto Adobe)

La prima cosa da dire è che il Reddito di Cittadinanza non sarà eliminato del tutto ma avranno un taglio al sussidio tutti coloro che lo chiederanno per la prima volta in assoluto nel 2023. Questo perché il governo Meloni punta a correggere la misura del governo Conto ed il primo parametro di correzione dovrebbe essere collegato all’età dei beneficiari.

Perderanno il sussidio coloro i quali hanno meno di 60 anni e possono tranquillamente lavorare. Questo significa che cambieranno i requisiti di accesso alla misura: se il richiedente non è né invalido e non ha nemmeno figli a carico o non ha situazioni di disabilità in famiglia, e se non ha 60 anni compiuti, non potrà presentare domanda o gli sarà respinta.

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Ci sarà poi un’altra importante novità e riguarda la durata del sussidio. Come ha affermato il sottosegretario al Ministero del Lavoro, Claudio Durigon, il Reddito di Cittadinanza non sarà più a vita e non ci saranno i rinnovi dopo i 18 mesi. Adesso la misura si imposterà con un meccanismo di decalage.

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Questo significa che dopo i primi 18 mesi si potranno sfruttare dopo 6 mesi di pausa, 12 ulteriori mesi di sussidio. E poi, dopo altri 6 mesi di pausa, altri 6 mesi di reddito di cittadinanza per un totale di 36 mesi massimo indennizzabili. Nelle pause tra un semestre e l’altro il governo avvierà un percorso di potenziamento della politiche attive sul lavoro.

Negli altri sei mesi di pausa i beneficiari dovranno dedicarsi ai corsi di formazione e riqualificazione professionale. La limitazione dell’età, invece, sarà introdotta dal governo Meloni per evitare che il sussidio sia percepito da soggetti che lo vedono come una alternativa più “comoda” al lavoro.

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