Quali sono le pensioni INPS che possono far reddito per alcuni titolari? Andiamo a scoprirne qualcosa in più
Come è facile prevedere ci sono pensioni dell’INPS che per i titolari che ne beneficiano possono fungere ufficialmente da reddito. Non solo le pensioni, ma anche i tanti bonus che si ricevono durante un determinato periodo dell’anno. Ma al contrario, ce ne sono altre, che non fungono da introiti.
Ad esempio, esistono alcune pensioni di invalidità, sono regolate dalla legge e non sono reddito ufficiale. Ad esempio, il reddito di cittadinanza per molti disabili è stato ridotto. Attenzione però a non confondere la pensione di invalidità civile con la pensione di invalidità di tipo previdenziale.
Le pensioni di invalidità, non risultano come reddito sull’ISEE. Infatti, quando si va a compilare il modulo della dichiarazione dei redditi, non bisogna inserire, che si ottiene la pensione di invalidità. Quando si fa il calcolo ISEE bisogna categoricamente escludere i sussidi di disabilità.
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Ma andiamo a vedere quali sono le tasse che vengono estromesse dalla dichiarazione dei redditi: e pensioni per sordomuti, ciechi civili e invalidi civili, le pensioni sociali, le pensioni sociali dirette ad invalidi per menomazioni fisiche; le pensioni dirette a cittadini italiani vittime di scoppi di ordigni, o ai superstiti di attacchi terroristici.
Le pensioni di invalidità, non sono considerate come reddito, perché sono semplicemente trattamenti e sussidi economici assistenziali. Non possono per questo cumularsi.
Ma c’è un problema, come sempre: l’INPS ad inizio del 2022, considerò anche le pensioni di invalidità come reddito familiare e di conseguenza tante sono state le famiglie che hanno ricevuto tagli dalle agenzie competenti.
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Quindi adesso l’INPS sta cercando di risolvere la situazione. Infatti secondo quanto stabilito, la pensione di invalidità, civile parziale o totale non deve essere inserita nella dichiarazione dei redditi 730, perché è esentasse.
Quindi, le pensioni di invalidità, restano estranee dall’ISEE, ed ecco che il problema sembra che sia stato risolto con l’articolo 10, comma 5 del decreto legge 76/2013. Infatti il limite di reddito per il diritto alla pensione di inabilità in favore dei mutilati ed invalidi civili deve essere determinato con riferimento al reddito agli effetti dell’Irpef con esclusione del reddito percepito da altri componenti del nucleo familiare di cui soggetto interessato fa parte.