Scopriamo meglio nei dettagli i parametri di differenza delle pensioni INPS riguardanti quota 103 e quota 41, per l’anno nuovo.
Le pensioni riguardano per i cittadini che hanno versato tanti contributi durante la loro vita, una sorta di arrivo finale per continuare a passare la loro esistenza tranquillamente, dal punto di vista economico senza rischiare di dover tornare a lavori che fanno perdere tempo e soprattutto fatica.
Per ottenere un indennizzo anche sufficiente e soddisfacente sappiamo però, che l’INPS e le agenzie sono alquanto puntigliose. Controllano quanti anni di pagamenti un individuo ha fatto, i lavori e se è in regola, senza aver manimesso i propri documenti per le relative richieste della pensione. Cosa può cambiare però per l’anno nuovo?
Quota 103 e quota 41 per il 2023, cosa succede?
Con il nuovo Governo Meloni ed i suoi fidati colleghi all’interno del Parlamento, che tentano di aiutare gli italiani, con nuove riforme per una vita migliore, ci sono ancora delle cose da sistemare. Come l’argomento delle pensioni per non tornare all’incubo delle Legge Fornero, che è stata criticata dappertutto.
LEGGI ANCHE: Pensioni INPS, aumento tredicesima dicembre: quanto arriverà
Infatti, con l’avvicinamento della scadenza della quota 102, si sta tentando di avallare le ipotesi di quota 103 e quota 41. Ma a quanto pare, queste due nuove possibilità per i lavoratori che sono vicini alla pensione, sono un po’ difficili per il costo che pesa sulle casse del Governo.
LEGGI ANCHE: Pensioni INPS, torna la legge Fornero dal 2023: cosa significa
La pensione “quota 41” significa che un individuo, lavoratore sarebbe consentito al raggiungimento di 41 anni di versamenti a prescindere dall’età anagrafica, che permette il pensionamento per i lavoratori in possesso di almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti e per le lavoratrici con non meno di 41 anni e 10 mesi di contributi.
Prima che l’anno finisca, con la possibile scadenza di quota 102, bisogna trovare un modo per aprire la “quota 103”. A chi spetta? Con la quota 103, per andare in pensione occorreranno 62 anni di età e 41 di contributi. Si tratta di due requisiti che offrono maggiori opportunità di lasciare il lavoro in anticipo. Ma come anticipato prima, questi anticipi di pensione, possono recare danni alle già deboli casse del Governo italiano.
E ci sarebbe il rischio, quindi, se non si applicano queste modifiche per le pensioni di tornare alla Legge Fornero nel 2023. Ossia, bisogna raggiungere i 67 anni di età oppure 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.