I rapporti con la propria casa possono essere di proprietà o di locazione. Se si riceve una raccomandata può non essere buona notizia
Nonostante i tempi dal boom delgi anni Sessanta siano cambiati, il mattone in Italia rimane sempre l’investimento privilegiato. Avere una proprietà immobiliare comprta delle spese non da poco, come l’IMU ed altre tasse, ma anche degli introiti, specialmente se la casa viene messa in affitto. Dall’altra parte della barricata si trovano coloro che la casa di proprietà non ce l’hanno, non possono permettersela, e per il momento il contratto lavorativo non consente di poter accedere ad un mutuo per l’acquisto. Di conseguenza si rivolgono all’altra possibilità per avere un tetto sopra la testa: prendere una casa in affitto.
I contratti di locazione possono essere di vario tipo, e regolati legalmente. Esiste il contratto a libero mercato, con una tassazione per il proprietario del 22%, che consente di poter stabilire autonomamente il prezzo del canone, oppure il canone concordato, il cui valore dell’affitto mensile è determinato in base a parametri catastali e grandezza della casa.
Il proprietario di un appartamento può optare anche per altre scelte: l’affitto può essere 4 + 4 o 3+2. Ciò significa che la prima tranche può essere di 4 o 3 anni, ed a seguire gli aggiuntivi se non viene data disdetta o aumento del canone di affitto. Esso può essere richiesto solo se la parte del contratto in essere è scaduta, con un largo anticipo. All’inerno del tempo di affitto il proprietario non può chiedere aumento.
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L’unica eccezione la fa l’adeguamento ISTAT. È una forma di maggiorazione annuale che il proprietario può richiedere sull’affitto della casa per adeguare il canone al caro vita ed all’inflazione. Ovviamente è opzionale, e la comunicazione annuale deve essere data per tempo. Nel caso in cui per diminuire le spese – esenzione dall’imposta di registro – tassazione agevolata – il proprietario opti per la cedolare secca, automaticamente rinuncia alla richiesta dell’adeguamento ISTAT.
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Nel caso in cui venga richiesto all’inquilino, esso deve essere formalizzato tramite raccomandata con ricevuta di ritorno con i seguenti dati: il canone annuale, nell’indice FOI; la percentuale da applicare all’indice; l’aumento che risulta dal calcolo, ed ovviamente il nuovo importo mensile.