Si delinea il piano del governo Meloni per le pensioni dell’anno 2023, qualli le vie d’accesso ai trattamenti per il prossimo anno
La discussione nella maggioranza di governo riguardo le pensioni per il prossimo anno sta entrando nella fase decisiva. Il tentativo è evitare il ritorno alla formula Fornero avversata anche da gran parte delle forze di centrodestra. L’attuale quota 102 con 64 anni di età come requisito anagrafico e 38 di contribuzione pare definitivamente accantonata.
La situazone si avvia dunque al termine anche se per la certezza occorrerà attendere il varo della legge di bilancio 2023, stretta dalla crisi economica e dal rallentamento del Pil che costringerà il governo a decise sforbiciate sulle spese pubbliche per contenere il disavanzo. Tuttavia le proposte per le pensioni resteranno in piedi, perché restano uno dei cavalli di battaglia della maggioranza.
Ecco una breve carrellata delle modalità di uscita dal lavoro e accesso alla pensione per il prossimo anno. Pensione di vecchiaia, con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Le categorie impegnate i lavori particolarmente gravosi possono uscite a 66 anni e 7 mesi con 30 anni di contributi. Quota 103, dal 1° gennaio 2023 sarà possibile andare in pensione con 62 anni e 41 di contributi. La misura sarà valida per soli 12 mesi. Per la Lega questo passaggio resta solo una tappa per quota 41 da raggiungere entro la fine della legislatura.
Pensioni anticipate con esclusivo limite contributivo di 42 anni e 10 (41 anni e 10 mesi per le donne) senza contare l’età anagrafica e senza gli adeguamenti alle aspettativa di vita (fino al 2026). Lavoratori precoci, con 41 anni di versamenti senza limiti anagrafici. Questi lavoratori devono essere in possesso di almeno un anno di contribuzione effettiva prima dei 19 anni di età anagrafica.
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Ape sociale, prorogata per un altro anno per disoccupati di lunga durata, invalidi civili, caregiver si potrà accedere alla pensione con 63 anni di età e 30 anni di contributi. I lavoratori con impieghi particolarmente pericolosi potranno sfruttare l’Ape con 63 anni di età e 36 anni di contributi. Opzione donna, valida per un altro anno, con ricalco contributivo e 58 anni d’età per le dipendenti e 59 per le lavoratrici autonome.
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Per i lavoratori impegnati in attività notturne e per lavori usuranti resteranno in vigore le attuali regole, almeno per tutto il prossimo anno. Al momento sono escluse dal provvedimento di legge sulle pensioni le ipotesi di incentivi contributivi al rinvio dell’ingresso in pensione, per l’eccessivo peso sui conti pubblici.