Connettere alla rete elettrica questi apparecchi rappresenta un aumento sicuro della bolletta, ma non se ne può fare a meno. Come rimediare
In questo momento storico, la crisi energetica sta modificando trasversalmente le abitudini di vita di molti europei, compresi di una numerosa fetta di italiani. Alle porte dell’inverno, si stanno facendo i conti con l’aumento esorbitante delle tariffe energetiche che hanno colpito le bollette, dove spesso agisce l’ambigua azione speculatrice dei mercati. E lo stesso governo Meloni sta correndo ai ripari per finanziare un ammortizzamento dei pagamenti e un ritardo di sei mesi del distacco delle utenze verso i cittadini in difficoltà.
Il mantenimento delle temperature climatiche ben al di sopra della media stagionale ha consentito all’Italia di tenere a bada il consumo delle scorte all’interno del fabbisogno italiano, con un notevole risparmio di diverse tonnellate di metri cubi di gas. Il problema sorge comunque quest’anno per le scorte del prossimo. Pertanto le ordinanze comunali hanno lo stesso recepito le indicazioni del piano di razionamento messo a punto per decreto dal governo Draghi.
In termini generali, molti italiani stanno provvedendo all’installazione dei pannelli solari su terrazze e balconi, altri stanno acquistando le redivive stufe a legna e a pellet (ad alta certificazione, sia ben chiaro) e altri ancora hanno affisso i pannelli termoriflettori dietro i termosifoni, là dove sono installati proprio tra le mura più sottili della casa (ovvero, sotto le finestre), per evitare il consueto dispendio esterno di calore.
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Ma una parte delle iniziative per rallentare la corsa del contatore dovrà opportunamente riguardare l’utilizzo degli elettrodomestici. E proprio gli apparecchi indispensabili e irrinunciabili per la casa sono quelli che più consumano elettricità. Esattamente i sette presenti in ogni abitazione: il frigorifero, la lavatrice, la lavastoviglie, l’asciugatrice, il condizionatore, il forno elettrico e il phon.
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Il primo saldamente in classifica è il condizionatore, con una media di 450 kWh consumati e una media di 120 euro spesi in bolletta all’anno. Col suo costo annuo di 63 euro, è bene che la lavatrice venga messa in funzione per il lavaggio di un adeguato quantitativo di indumenti, utilizzando i programmi più ecologici e la temperatura a 30 gradi. La lavastoviglie, con i suoi 220 cicli l’anno, consuma complessivamente 220 kWh per 60 euro; dal punto di vista ambientale, vengono prodotti 140 kg di CO2 all’anno che verrebbero cancellati se si pensasse a tornare al vecchio lavaggio a mano dei piatti.